Nella serata del 5 dicembre, un evento inaspettato ha scosso la città di Spilimbergo, nota per i suoi artigiani e la prestigiosa scuola del mosaico. Durante la proiezione del film “Comandante” al cinema teatro Miotto, alcuni partecipanti si sono presentati indossando uniformi storiche, inclusi costumi che ricordano i tempi del Terzo Reich. Questa scelta ha rapidamente acceso un dibattito sui social network, evolvendo in una questione politica di rilievo.
Una sera al Cinema che diventa caso Nazionale
La proiezione del film, incentrato sulla figura di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata organizzata dall’associazione “Il Circolo” con il patrocinio del Comune. La pellicola, descritta come “profondamente patriottica”, mira a reinterpretare i valori di virilità e carattere nazionale. Tuttavia, la presenza di persone in divise storiche, alcune riconducibili all’epoca nazista, ha suscitato scalpore e indignazione.
Reazioni e consegne politiche
Le immagini degli individui in uniforme sono state condivise su Facebook da Bruno Cinque, esponente di Fratelli d’Italia, con un commento che parlava di una “comparsa scenica con elementi delle associazioni d’arma”. Anche la sezione provinciale del Fante di Spilimbergo ha partecipato, pur senza indossare divise naziste. La situazione ha innescato una reazione politica, con il segretario regionale di Sinistra Italiana, Sebastiano Badin, che ha sollevato la questione a livello parlamentare, mettendo in luce il governo di centrodestra a Spilimbergo e in provincia, con particolare enfasi sul ruolo di Fratelli d’Italia.
Divise naziste a Spilimbergo: Serracchiani, identificateli
“Ha un aspetto grottesco e preoccupante la messa in scena con divise naziste organizzata a Spilimbergo da esponenti di destra al film Comandante. Ieri sera le forze dell’ordine sono state fatte intervenire a Milano per identificare un cittadino che in teatro lancia un grido antifascista e quasi contemporaneamente un gruppo di cittadini possono presentarsi in un teatro in Friuli vestiti da militari della Whermacht, senza che nessuna autorità abbia da dire o fare nulla. Chiediamo al ministro Piantedosi quale criterio si sia applicato nel primo caso e quale nel secondo“.
Lo afferma la deputata Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd, in relazione a quanto accaduto a Spilimbergo (Pordenone) martedì scorso al cinema teatro Miotto, dove uomini e donne si sono presentati e hanno assistito alla proiezione del film “Comandante” vestendo uniformi dei tempi del Reich.
“Il fatto che il gesto sia pure stato rivendicato con orgoglio sui social da un esponente di Fratelli d’Italia – prosegue Serracchiani – lascia interdetti sui valori di riferimento di chi ha organizzato la messa in scena. Non si tratta di gridare ‘al lupo’ ma di prendere atto che è in atto uno scivolamento rispetto ai principi fondativi della Repubblica e che sempre più si tollerano rievocazioni in chiave positiva di un passato sciagurato. E per chi si dichiara antifascista c’è un sorriso di compatimento oppure – conclude – l’identificazione”.
Il caso di Spilimbergo solleva interrogativi sulla memoria storica e sull’uso di simboli del passato in contesti pubblici. Si pone anche la questione del ruolo del cinema e dell’arte nella rappresentazione di eventi storici controversi e della loro ricezione da parte del pubblico.
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