(Venezia, 16/03/2023) | Il Consiglio dei Ministri ha da poco approvato il Decreto Legislativo di attuazione della cosiddetta “Direttiva Omnibus”, la direttiva europea 2019/2161 che intende migliorare e modernizzare le norme in materia di protezione e tutela dei consumatori.
In attesa della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Federazione Moda Italia Veneto esprime un giudizio favorevole nei confronti del provvedimento che modificherà, integrandolo, il Codice del Consumo (D. Lgs 206/2005). Nuove regole di trasparenza, dunque, per il settore moda, a partire dall’obbligo di introduzione sul cartellino del “prezzo precedente”, cioè il prezzo più basso applicato al prodotto nei 30 giorni precedenti lo sconto, l’aumento delle sanzioni massime e minime in caso di pratiche commerciali scorrette, e l’adeguamento delle normativa tanto per i negozi fisici che per gli store online.
Sconti: maggiore chiarezza per il commercio online
Se da un lato rimane difficile prevedere uniformità in materia di saldi e promozioni, – proprio perché è compito delle singole Regioni decidere le modalità di svolgimento, il periodo e la durata dei saldi – l’introduzione della “Direttiva Omnibus” mira a porre un freno soprattutto alle incontrollate politiche di sconto che dilagano online.
Spiega meglio quanto sta accadendo Riccardo Capitanio, presidente di Federazione Moda Italia Veneto: “Mentre nei negozi fisici il cliente può vedere da vicino e “toccare con mano” il cartellino, lo stesso non vale in un contesto di vendita online, dove le riduzioni esistono, ma non è chiaro se vi sia stata o meno una progressività dello sconto”. In altre parole, acquistando online un bene, non è possibile intuire se lo sconto del 20, 30 o 50% applicato su di essa rappresenti una riduzione rispetto al prezzo di listino originale o se invece, nel frattempo, ci sia stato uno sconto “intermedio”. Ci attendono però buone notizie: “Con l’applicazione del nuovo articolo 17-bis della Direttiva – continua Capitanio – sarà obbligatorio indicare, tanto per il negozio fisico che per quello virtuale, il prezzo precedente, ossia quello che si applica alla prima riduzione di prezzo. Nel caso di sconti via via più alti, come accade spesso durante le battute finali dei saldi, il prezzo precedente è quello riferito ai 30 giorni precedenti il nuovo sconto. Rimane indispensabile indicare, ovviamente, anche il prezzo originale del capo”.
Pratiche commerciali scorrette, in arrivo una nuova stretta
Previste norme più severe per i furbetti: vengono inasprite le sanzioni per le cosiddette “pratiche commerciali scorrette”, andando a colpire direttamente il fatturato delle aziende. Raddoppiano le sanzioni massime commutabili, che passano da 5 a 10 milioni di euro e aumentano di ben dieci volte le sanzioni minime, da 5.000 a 50.000 euro. Le pene potranno riguardare, ad esempio, l’omissione di notizie ai consumatori in merito a prodotti potenzialmente pericolosi e/o campagne promozionali ingannevoli. Afferma Capitanio: “Fermo restando che le sanzioni rimangono in proporzione all’entità del danno, l’inasprimento della pena in relazione al fatturato è un grande passo avanti, che può disincentivare eventuali pratiche illecite da parte dei grandi colossi della moda, per i quali è spesso più conveniente pagare le multe che non adeguarsi ai nuovi standard di legge”.
Stop alle false recensioni online
E tornando al mondo dell’e-commerce, per sua natura di difficile gestione, la “Direttiva Omnibus” interviene anche stoppando la pratica delle recensioni “self-service”. “L’obiettivo – sottolinea il presidente Capitanio – è quello di assicurare che ogni prodotto che l’utente visualizza su questo sito o su quel portale sia stato effettivamente acquistato e provato da un cliente”. Proprio perché le recensioni e le opinioni scritte in rete possono influenzare e orientare in maniera determinante gli acquisti, le aziende dovranno appoggiarsi obbligatoriamente a servizi certificati, che già esistono: “In questo modo – aggiunge Capitanio – avremo delle opinioni verificate, positive o negative, e soprattutto non ingannevoli”.
Stesso mercato, stesse regole
Federazione Moda Italia Veneto è dunque fiduciosa che il nuovo provvedimento che aggiorna il Codice del Consumo riuscirà a rimettere ordine nel settore. Conclude il presidente Capitanio: “La direttiva europea risponde all’esigenza, più volte rimarcata da Federazione Moda Italia – Confcommercio, di equiparare il mercato online e offline. Si tratta di un decreto che intende salvaguardare in primis il consumatore e in secondo luogo la concorrenza sleale del prezzo dell’online. L’obiettivo è certamente ambizioso e difficile, ma la strada tracciata è quella giusta”.
Secondo i dati Unioncamere-Istat le attività riferibili, in Veneto, al solo settore dell’abbigliamento sono 8.005 e coinvolgono 17.795 addetti; i negozi di calzature raggiungono invece quota 1.848 e impiegano 5.360 addetti.