La Foresta del Cansiglio è ancora un cimitero di alberi.
Ha solo una possibilità di riprendersi ed è legata al lavoro dei boscaioli. Tocca a loro rimuovere i tronchi spezzati dalla furia del vento e fare spazio a nuova vita.
Tra questi professionisti c’è Vania, l’unica donna a lavorare sugli schianti. Dove ci vogliono sangue freddo, esperienza e attenzione.
Ingredienti necessari per intervenire sulle piante abbattute, alla fine di ottobre del 2018, dalla tempesta Vaia. Lì, infatti, si opera su alberi sempre in tensione e non ci sono margini di errore.
Dal lavoro di Vania, da quello del suo compagno e degli altri colleghi, però, dipende il futuro della Foresta del Cansiglio e di molti boschi del Triveneto. Per questo, ogni giorno, ci si alza prima dell’alba e non si va a dormire fino a che non si è fatto fino in fondo il proprio dovere.
E anche di più. Si taglia e si accatasta, anche 12 ore di seguito. Solo così, a fine giornata, un pezzo di bosco sommerso da alberi schiantati ricomincerà finalmente respirare.
È una storia di cuore e sacrifici quella di Vania. I cui risultati, ammette, «forse li vedranno i miei figli o più probabilmente i miei nipoti».
E magari no, non tutto tornerà come prima. «Ma potremo dire di averci provato. Fino in fondo». Ho avuto la fortuna di conoscere Vania e seguirla nella sua missione.
Domani, su Gente, Alessio Pagani racconta il lavoro straordinario di una donna speciale.
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