TRIESTE – I Finanzieri del Comando Provinciale di Trieste, nell’ambito di una serie di controlli mirati, hanno individuato 36 soggetti che hanno percepito il reddito di cittadinanza o l’assegno di inclusione senza averne diritto tra il 2023 e il 2024. Il valore complessivo delle somme indebitamente ottenute supera i 200.000 euro e coinvolge sia cittadini italiani che stranieri.
Indagini e meccanismi fraudolenti
Le verifiche condotte dal Gruppo di Trieste della Guardia di Finanza hanno evidenziato diverse irregolarità. Alcuni percettori hanno fornito dati non corrispondenti alla realtà economica dei rispettivi nuclei familiari. Tra i casi più ricorrenti, si segnalano numerosi soggetti extracomunitari che hanno falsamente dichiarato il possesso dei requisiti minimi di permanenza in Italia per ottenere il sussidio.
Un ulteriore metodo fraudolento scoperto riguarda il lavoro in nero o irregolare. Alcuni individui, impiegati presso esercizi commerciali della città, non hanno comunicato all’INPS l’avvio di un’attività lavorativa, continuando così a percepire il sussidio. Altri, invece, risultavano occupati senza un regolare contratto, ottenendo indebitamente il beneficio.
Controlli anche sull’assegno di inclusione
L’indagine non si è limitata al Reddito di Cittadinanza, ma è stata estesa anche al nuovo Assegno di Inclusione, il sussidio introdotto per sostituire il precedente aiuto economico. Anche in questo caso sono stati individuati numerosi beneficiari privi dei requisiti di legge, che sono stati segnalati alla Procura della Repubblica.
Guardia di Finanza: tutela della spesa pubblica
Le operazioni della Guardia di Finanza mirano a garantire che le risorse pubbliche destinate al sostegno delle fasce più deboli raggiungano i cittadini realmente bisognosi. Evitare frodi e sprechi è essenziale per salvaguardare il bilancio dello Stato e degli enti pubblici, favorendo una maggiore equità sociale e una crescita economica sostenibile.
Infine, si ricorda che, in conformità con il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 188, fino a quando non sarà accertata la responsabilità penale con sentenza definitiva, le persone coinvolte si presumono innocenti.