TRIESTE – Oggi, 4 aprile, oltre tremila persone hanno attraversato via Carducci per raggiungere piazza Oberdan a Trieste, sede simbolica del Consiglio regionale, lanciando un messaggio chiaro e deciso: “la sanità non si tocca“.
NO allo smantellamento del servizio pubblico
A promuovere l’iniziativa sono stati la Cgil e il Coordinamento Salute Fvg, decisi a porre un argine a quella che definiscono una vera e propria deriva privatistica del sistema sanitario. I manifestanti hanno denunciato liste d’attesa interminabili, la fuga di medici e infermieri, il collasso dei distretti sanitari, l’attacco ai consultori, e l’indebolimento di settori delicati come la salute mentale e le dipendenze.
Una partecipante, con un cartello in mano, ha urlato a gran voce: “L’assessore Riccardi sta smantellando il servizio sanitario”, sintetizzando così il pensiero condiviso da buona parte dei presenti.
Alla manifestazione hanno preso parte anche numerosi esponenti dell’opposizione regionale, tra cui Roberto Cosolini e Francesco Russo del Partito Democratico, Furio Honsell di Open, Serena Pellegrino di Avs e Giulia Massolino del Patto delle Autonomie.
Michele Piga: “serve dialogo, non imposizioni”
Il segretario regionale della Cgil, Michele Piga, ha colto l’occasione per lanciare un appello al dialogo. “Il confronto e la collaborazione sono la strategia per affrontare i temi complessi della sanità e rispondere al bisogno di salute dei cittadini”, ha affermato.
La critica alla giunta regionale è stata netta. Per la Cgil, le responsabilità sono chiare: la colpa non è dei lavoratori, ma di chi governa. Il dito è puntato verso il presidente Massimiliano Fedriga, l’assessore Riccardi e i direttori generali delle aziende sanitarie. Nel mirino anche il Governo nazionale, reo di aver ridotto i fondi destinati al Servizio sanitario nazionale in termini reali, penalizzando il potere d’acquisto del personale con aumenti contrattuali irrisori rispetto all’inflazione.
Le richieste dei manifestanti
I manifestanti non si sono limitati a denunciare, ma hanno anche avanzato proposte concrete. Tra le principali:
- più risorse stabili per garantire standard di qualità,
- un piano straordinario di assunzioni, soprattutto per infermieri,
- strategie strutturali per ridurre le liste d’attesa, evitando l’abuso del privato,
- nuove regole di accreditamento per i soggetti privati,
- rafforzamento dei Distretti sanitari e piena applicazione del DM 77 per case e ospedali di comunità,
- più fondi per la non autosufficienza e la salute mentale,
- piani di prevenzione e sicurezza sul lavoro,
- una maggiore integrazione tra servizi sanitari e sociali,
- creazione di tavoli periodici di confronto con professionisti e rappresentanze dei cittadini.
Il messaggio lanciato quest’oggi da Trieste è forte: la sanità pubblica va salvaguardata, perché il rischio è quello di lasciare intere fasce della popolazione prive di cure adeguate, in particolare nelle aree interne e periferiche, dove la sanità di prossimità rappresenta l’unico presidio di salute disponibile.