Quando si parla di mazzi di carte l’Italia è un’eccezione a livello mondiale. Nella Penisola si contano infatti oltre 20 varianti diffuse da nord a sud, alcune nate recentemente altre che invece vantano un retaggio più antico con radici che affondano nel medioevo. Fu proprio nel periodo delle crociate che i primi mazzi da gioco di origine orientale si diffusero dalla Terra Santa in Europa, e sia i crociati che i pellegrini di ritorno dai luoghi santi riportavano spesso nelle loro bisacce queste carte con simboli della tradizione araba che presto si adattarono ai costumi locali. Nel Nord-Est italiano alcune varianti territoriali vanno per la maggiore e in particolare sono rinomate le trentine, le trevigiane e le triestine.
Proprio Trieste e Treviso sono anche sede di due delle più importanti aziende produttrici di carte da gioco, rispettivamente la Modiano e la Dal Negro, entrambe recentemente in affanno a livello di vendite data la diffusione del web. I Millennials e la cosiddetta Generazione Z non sono infatti più inclini a questo genere di intrattenimenti e la classica smazzata tra amici sembra ormai un ricordo di altri tempi quando ancora non erano diffusi videogiochi e Social Network.
Del resto gli stessi dati statistici pubblicati periodicamente dall’Agenzia delle dogane e dei Monopoli mostrano un crescente interesse per il gioco digitale. La nuova generazione di giocatori mossi dalla consuetudine nell’uso di PC, tablet e smartphone preferiscono passare il tempo nei casinò online tra tavoli da blackjack, tornei di Hold’em e giri di slot machine che presentano dinamiche sempre più simili ai maggiori titoli di gaming per console.
Ad ogni modo i mazzi del Nord-Est forniscono diversi spunti di riflessioni interessanti sul folklore e le tradizioni territoriali. In particolare le trevigiane sono tra le più antiche in Italia e hanno fornito spunto per la realizzazione di trentine e triestine. Del resto nel capoluogo veneto la produzione di carte da gioco era già fiorente nella prima metà del ‘600 e non è mai realmente scemata fino all’ultimo decennio. In particolare in passato, la vicinanza con Venezia, patria dei Casini più rinomati d’Europa che ospitavano personaggi illustri (da Casanova a Mozart) e la crème della società europea specialmente durante il periodo del carnevale, ha stimolato i fabbricanti trevigiani (conosciuti come cartoleri) attratti dalle possibilità di espansione del loro business nella Serenissima. Ogni stampatore aveva i suoi motti caratteristici che si ripetevano negli assi di ogni seme. Oggi sono sopravvissuti soltanto i seguenti quattro che si sono definitivamente affermati nel XIX secolo con minime variazioni di edizione: denari (“non val sapere a chi ha fortuna contra”), spade (“non ti fidar di me se il cuor ti manca”), bastoni (“se ti perdi tuo danno”) e coppe (“per un punto Martin perse la cappa”). Frasi che ricordano un periodo in cui la saggezza popolare si tramandava anche sul tavolo da gioco e ad esempio il motto sull’asso di spade richiama alla prudenza nell’uso delle armi da taglio mentre quello sull’asso di coppe ricorda l’importanza di fare attenzione ai dettagli che se trascurati potrebbero far perdere qualcosa d’importante (il calcolo e il conteggio dei punti sono fondamentali per il successo al tavolo verde).
Dello stesso tenore anche i motti delle triestine che rispetto alle trevigiane presentano tuttavia un aspetto più tozzo nella forma (53×98 mm contro 49×104) e disegni meno elaborati. L’asso di spade è un chiaro monito verso l’uso sconsiderato delle lame da offesa “il giuoco della spada a molti non aggrada” anche quello dei bastoni si muove nella stessa direzione “molte volte le giuocate van finire a bastonate“, interessante anche lo spunto su potenziali guadagni e amicizie dei denari “son gli amici molto rari quando non si ha danari“. Il motto dell’asso di coppe ricorda invece in maniera non troppo velata rischi e virtù della compagnia di Bacco: “una coppa di bon vin, fa coraggio fa mor bin” (una coppa di buon vino, fa coraggio, fa morir bene). Le trentine sono ancora più spartane delle triestine, senz’altro meno elaborate nei colori e nel disegno e non presentano motti. Questi mazzi misurano 50×94 mm e mostrano influssi dalle carte salisburghesi infatti, come le loro più prossime cugine, sono approssimativamente della stessa dimensione e presentano i re di ogni seme seduti sul trono.
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