VERONA – Un detenuto di 69 anni di nazionalità senegalese si è tolto la vita nel carcere di Montorio impiccandosi con un laccio. L’uomo stava scontando una pena che sarebbe durata fino al 2030, ma ha preso la decisione di suicidarsi prima di essere rimesso in libertà. Con questo, sale a 19 il numero dei suicidi nelle carceri italiane dall’inizio dell’anno, di cui 18 detenuti e un operatore penitenziario.
Sovraffollamento e carenze di agenti: le cause della tragedia
Il sovraffollamento delle strutture carcerarie italiane, unito alla penuria di agenti della polizia penitenziaria, è stato sottolineato da Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, che ha parlato della situazione come di un luogo di morte e di sofferenza. A Verona, il carcere di Montorio ospita 590 detenuti, ma solo 318 posti disponibili, gestiti da 318 agenti, mentre ne sarebbero necessari almeno 420. La situazione a livello nazionale è ancora più grave, con 16.000 detenuti in più rispetto alla capienza, e 18.000 agenti mancanti.
La situazione penitenziaria: un sistema al collasso
De Fazio ha esortato il Governo a intervenire immediatamente per fermare questa “carneficina” e migliorare le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari, che sono ormai stremati. Ha richiesto urgenti riforme strutturali, tra cui il rafforzamento degli organici, il miglioramento dell’assistenza sanitaria e interventi per ridurre il sovraffollamento nelle carceri. A queste parole si è aggiunta quella di Sandro Ruotolo, europarlamentare del Partito Democratico, che ha denunciato il fallimento del sistema penitenziario italiano, parlando di celle sovraffollate, condizioni igieniche inaccettabili e disagio mentale non affrontato adeguatamente. Ruotolo ha chiamato in causa il Governo Meloni per porre fine a questa emergenza sociale che ha già provocato troppo dolore.