Lunedì 22 aprile, il Teatro Verdi di Pordenone diventerà palcoscenico per Sol Invictus, l’ultima creazione del rinomato coreografo e danzatore Hervé Koubi. Presentata in esclusiva regionale, questa opera promette di essere un evento imperdibile per gli amanti della danza contemporanea.
Un’opera che interpella l’esistenza
Sol Invictus non è solo uno spettacolo di danza ma una riflessione intensa sulle dualità dell’esistenza: il bene e il male, la vita e la morte. Attraverso movimenti che sfidano la gravità e esprimono un dinamismo esplosivo, Koubi esplora la profondità del nostro essere nel cosmo. La sua coreografia, sviluppata con l’assistenza di Fayçal Hamlat, attinge dalla personale fascinazione del coreografo per l’universo e le sue indifferenze apparenti.
L’universalità della danza secondo Koubi
Il coreografo franco-algerino delinea una visione dell’esistenza umana ridotta a un semplice “fiammifero acceso e spento nei cieli”. “Perché danziamo se siamo così insignificanti?” si chiede Koubi. La risposta si trova nella danza stessa, che diventa un mezzo per affrontare la solitudine cosmica, trasformando l’indifferenza universale in una sfida vitale che rende la nostra esistenza significativa e ricca di significato.
Un cast internazionale di talenti
Sol Invictus vanta un ensemble di danzatori di eccezionale talento da tutto il mondo, ognuno portando il proprio stile unico e abilità. Da hip hoppers a street dancers, ogni artista contribuisce alla ricca tessitura dell’opera, evidenziando la capacità di Koubi di unire diversità e talento in un’unica voce coreografica.
Scenografia e musica: elementi di speranza
La scenografia di Sol Invictus è dominata da una grande tela dorata, simbolo del sole, che porta con sé un messaggio di speranza e rinnovamento. La partitura musicale mescola pezzi originali con classici di Beethoven e Steve Reich, creando un sottofondo emotivo che eleva l’esperienza dello spettatore.