MONFALCONE (GO) – La Guardia di Finanza di Trieste, su disposizione della Procura Europea di Venezia (Eppo), ha sequestrato la famosa barca da regata Wild Thing, per evasione dell’IVA all’importazione per un importo di 600.000 euro. La decisione di mettere sotto sigillo l’imbarcazione è stata presa il 5 febbraio 2025, mentre la barca si trovava nella Marina di Monfalcone per i consueti lavori di preparazione in vista della stagione agonistica.
Wild Thing e il suo passato di successi
La Wild Thing, barca a vela di 100 piedi, ha vinto numerosi premi internazionali, tra cui la Barcolana di Trieste per tre volte. Nonostante sia di proprietà di una società australiana, la BC39, l’imbarcazione ha un legame forte con l’Italia e il mondo delle regate. Poco prima del sequestro, il noto velista Furio Benussi aveva annunciato sui social che la Wild Thing avrebbe partecipato alle regate di Portofino e alla Viareggio-Bastia-Viareggio, previsto per i primi giorni di aprile.
Le motivazioni legali del sequestro e il ricorso in corso
L’accusa di evasione dell’IVA riguarda il mancato versamento dell’imposta dovuta all’ingresso dell’imbarcazione nelle acque comunitarie. Tuttavia, l’avvocato Piero Fornasaro de Manzini, difensore di Benussi, ha spiegato che la questione è particolarmente complessa, legata a una situazione giuridica intricata, poiché la barca, naufragata nel 2014, era stata abbandonata in un cantiere sull’Isola di Minorca e non navigava al momento del suo ingresso in territorio comunitario.