TRIESTE – Il 31 marzo 2025 si fermeranno i lavoratori del settore telecomunicazioni in tutto il Paese, con un’importante mobilitazione anche in Friuli Venezia Giulia.
La protesta è indetta da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom per chiedere il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2022.
A Trieste è previsto un presidio sotto la sede di Confindustria, in piazza Casali, a partire dalle 10:30.
Contratto scaduto e nessun accordo
Dopo oltre due anni di attesa, i lavoratori del settore chiedono un adeguamento salariale che tenga conto dell’inflazione e del crescente costo della vita. Secondo Alessandro Sarti, coordinatore regionale Slc-Cgil, le trattative sono bloccate a causa della mancata volontà delle aziende di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti.
La distanza tra le richieste sindacali e le proposte delle imprese riguarda principalmente la parte economica, con un’offerta ritenuta insufficiente dai lavoratori. Inoltre, i sindacati denunciano la lentezza del confronto con il governo su temi chiave per il settore, come la regolamentazione e gli investimenti industriali.
L’impatto della crisi sulle telecomunicazioni
Il settore delle telecomunicazioni sta attraversando una fase complessa, caratterizzata da cambiamenti tecnologici e riorganizzazioni aziendali. Tuttavia, i sindacati sottolineano che, nonostante l’importanza strategica del comparto, le istituzioni e le aziende non stanno adottando misure concrete per garantire salari equi e migliori condizioni lavorative.
La mancanza di un accordo pesa sui dipendenti, che devono affrontare l’aumento del costo della vita senza un adeguato aggiornamento retributivo.
Per questo motivo, lo sciopero del 31 marzo rappresenta un segnale forte, volto a ottenere un cambiamento nelle trattative e a sbloccare una situazione di stallo che dura da troppo tempo.
Presidio a Trieste: le richieste dei lavoratori
Durante il presidio a Trieste, i rappresentanti sindacali ribadiranno la necessità di:
- Un aumento salariale adeguato per contrastare l’inflazione
- Un confronto più rapido ed efficace con il governo
- Un impegno concreto da parte delle aziende per tutelare l’occupazione e il futuro del settore
La mobilitazione del 31 marzo sarà quindi un momento chiave per i lavoratori delle telecomunicazioni, che attendono risposte e soluzioni concrete dopo oltre due anni senza un nuovo contratto.