La buona politica è quella che non si sostituisce ai professionisti del settore, ma che fornisce gli strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi. È questo il concetto espresso dall’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, durante il convegno “Riprogettare i servizi per l’emergenza-urgenza. Esperienze regionali a confronto”, tenutosi oggi a Udine. Riccardi ha riflettuto sulle sfide e le difficoltà che la sanità regionale deve affrontare, in particolare per quanto riguarda l’emergenza-urgenza e le strutture dedicate alla non autosufficienza.
La politica sanitaria: obiettivi chiari e azioni concrete
Riccardi ha sottolineato come l’emergenza sanitaria legata ai pronto soccorso sia spesso causata da una crescita del bisogno sociale, con l’accesso inappropriato a queste strutture, dove solo un terzo degli accessi risulta veramente necessario. Il sistema non può limitarsi a un trattamento economico migliore per i professionisti sanitari, ma richiede anche un rafforzamento del sistema di filtraggio operato dai medici di medicina generale, dalle case di comunità e dalla riforma delle strutture per la non autosufficienza. Riccardi ha ricordato come nel 2025 siano previsti sei case di comunità in Friuli Venezia Giulia, destinate a migliorare la gestione delle emergenze e dei bisogni sanitari.
La risposta della Regione: investimenti e scelte difficili
Nel corso degli ultimi anni, la Regione ha aumentato significativamente gli investimenti nelle strutture per la non autosufficienza: dal 2018 al 2023, la spesa è aumentata del 30%, raggiungendo i 100 milioni di euro all’anno. In modo analogo, per le prestazioni aggiuntive dei professionisti del sistema sanitario, la Regione ha raddoppiato i pagamenti, passando da 12 milioni a 24 milioni di euro tra il 2022 e il 2024. Questo aumento testimonia quanto il sistema sanitario sia sotto pressione, con la difficoltà di reperire nuovo personale. Riccardi ha spiegato che le soluzioni a questa situazione comportano scelte che, pur difficili, sono necessarie per il miglioramento del sistema.
La rete oncologica regionale: una vergogna da risolvere
Uno dei punti più critici sollevati dall’assessore riguarda la rete oncologica regionale, un settore che il Friuli Venezia Giulia non ha ancora implementato. “Questa è una vergogna che pesa sugli esiti dei malati”, ha dichiarato Riccardi, spiegando che il Friuli Venezia Giulia è una delle pochissime regioni italiane a non disporre di una rete oncologica adeguata. La creazione di questa rete è una delle priorità dell’assessore, che ha definito la sua istituzione come una questione urgente da risolvere.
Il futuro della sanità in Friuli Venezia Giulia
Riccardi ha concluso il suo intervento affermando che la Regione ha già raggiunto alcuni obiettivi importanti, come la definizione delle linee guida per la gestione della sanità e la nomina dei vertici delle aziende sanitarie. Tuttavia, ha sottolineato l’importanza di un’azione congiunta da parte di tutti gli attori coinvolti, affinché ciascuno svolga il proprio ruolo con maturità, soprattutto nella discussione sulla rete oncologica e nella futura revisione della rete ospedaliera. La Regione intende dare maggiore spazio al territorio per rispondere in modo più appropriato ai bisogni della popolazione, aumentando la prossimità dei servizi sanitari.