San Michele al Tagliamento ricorda i caduti del maggio 1944

Per motivi legati al maltempo la cerimonia si è svolta all’interno della chiesa parrocchiale. San Michele al Tagliamento per il 76° anno consecutivo ha voluto ricordare i suoi caduti, quelli del 19 ma...

20 maggio 2020 11:26
San Michele al Tagliamento ricorda i caduti del maggio 1944 -
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Per motivi legati al maltempo la cerimonia si è svolta all’interno della chiesa parrocchiale. San Michele al Tagliamento per il 76° anno consecutivo ha voluto ricordare i suoi caduti, quelli del 19 maggio 1944 quando i bombardamenti causarono molte vittime.

E lo ha fatto con il sindaco Pasqualino Codognotto, la giunta comunale, la protezione civile e le Associazioni d’Arma in congedo (anche da Latisana). “Una cerimonia diversa dalle altre visto il difficile periodo che stiamo vivendo – ha spiegato il sindaco Codognotto – oggi ricordiamo chi 76 anni fa è morto a causa di una guerra assurda e che ci ha lasciato valori fondamentali come la libertà. Penso alle persone morte nel ’44 e ripudio ogni conflitto, ciò che è stato non deve tornare. Nonostante i disastri oltre 70 anni fa siamo riusciti a ripartire. In questo periodo stiamo vivendo un’altra “guerra”, che definirei sottile, la quale ci sta mettendo tutti a dura prova, specie il nostro territorio a vocazione turistica. Sono sicuro che anche in questo frangente avremo la forza di rialzarci e ripartire”.

Codognotto ha proseguito: “Oggi il mio pensiero va alle vittime del Covid19 e alle loro famiglie. Voglio inoltre ricordare una figura del nostro territorio mancata pochi giorni fa, Paolo Milani, insignito del Cavalierato del Lavoro dal presidente della Repubblica oltre che anima attiva dell’associazione culturale “Famea del Timent””. La cerimonia è proseguita con l’inno di Mameli suonato con la tromba dalla giovane Alice. Il vice sindaco Gianni Carrer ha letto alcuni passi dal “Giornale” storico della parrocchia di Latisana di don Riccardo Barbina:

“Passano pochi istanti e si sente il rombo cupo dei bombardieri pesanti. Le due domestiche si rifugiano di corsa nel campanile. Io resto solo, bloccato in casa. Sono in ginocchio nel sottoscala. Alle 10.55 cominciano gli schianti infernali. Sussulta il terreno, si infrangono i vetri, suona da sé il campanello, cadono calcinacci, si scardinano finestre. Tre minuti solo, ma spaventosi ed apocalittici. Poi esco, sconvolto, a vedere le rovine. Quale immane catastrofe! Ovunque macerie e muri pericolanti. E morti, nelle strade, massacrati”.

La cerimonia è proseguita con la santa messa celebrata dal parroco don Marco Bagnaro

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