Il dibattito sulla possibilità di regolarizzare e tassare la prostituzione, è stato escluso dalla manovra finanziaria italiana rilasciata in queste ore. Nonostante le numerose discussioni politiche e sociali nel corso degli anni, il governo in carica ha scelto ancora una volta di non affrontare la questione, lasciando molti interrogativi sulle ragioni dietro a questa decisione. In un contesto economico complesso, in cui ogni risorsa fiscale può risultare preziosa, l’idea di legalizzare e tassare questa attività continua a essere oggetto di controversie e resistenze. A onor del vero non si è alzata nessuna voce a supporto di questa strada né dalla maggioranza né dall’opposizione.
Un’opportunità economica non colta
Pensiamo sia la definizione esatta. Il servizio esiste ed è declinato in molteplici sfaccettature. Oggi, volendo, con un semplice dispositivo ci si può avvicinare in totale riservatezza a escort Varese oppure a escort Gallarate. Poi c’è l’analisi più propriamente legata ai flussi finanziari. Secondo alcune stime, la tassazione di questa attività potrebbe generare milioni di euro di entrate fiscali ogni anno, oltre a consentire l’emersione e la tutela per chi svolge questo lavoro. Diversi paesi europei hanno già intrapreso la strada della legalizzazione e regolamentazione, ottenendo risorse fiscali aggiuntive e migliorando il controllo sul settore.
Esiste una lobby anti-regolamentazione?
Sebbene non esistano prove definitive dell’esistenza di una lobby organizzata per bloccare la regolamentazione della prostituzione in Italia, le pressioni opposte sono innegabili. Si tratta di una combinazione di fattori culturali, religiosi e politici che, insieme, rendono difficile aprire un dibattito serio su questo tema. Anche tra i politici più progressisti, l’idea di introdurre una legge che regolamenti la prostituzione viene spesso considerata un argomento che non porta consensi. Questo porta a una situazione di stallo, in cui il tema viene ciclicamente ignorato.
La fotografia attuale
Nel 2024, il governo italiano ha scelto ancora una volta di non affrontare il tema della regolamentazione della prostituzione nella manovra finanziaria. Nonostante le potenziali entrate fiscali e i benefici sociali che potrebbero derivarne, non si è sentita la necessità di porre questo tipo di analisi sul tavolo della discussione. Questo argomento continua a essere una questione irrisolta, che probabilmente tornerà ciclicamente nel dibattito politico, ma difficilmente troverà una soluzione a breve termine o almeno questo è il nostro pensiero.
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