In una vicenda che sembra uscita direttamente da un thriller, le forze dell’ordine di Udine hanno sventato un potenziale duplice omicidio, grazie a una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali. Protagonista del caso è S. H., un 31enne di origine pakistana, il cui oscuro piano è emerso durante un’indagine su traffico di sostanze stupefacenti.
Il piano sventato dalle intercettazioni
In men che non si dica, le intercettazioni autorizzate dall’autorità giudiziaria hanno rivelato l’intenzione di H. di punire la ragazza che credeva sua compagna e l’uomo con cui questa si era intrattenuta in un rapporto intimo. Il metodo scelto per la vendetta? L’uso di una pistola semiautomatica Beretta calibro 22 lr.
L’arresto in flagranza di reato
L’arresto di H. è avvenuto il 1° marzo, in flagranza di reato, quando, dopo essere stato pedinato dagli agenti della Squadra volante della Questura di Udine, è stato fermato per un controllo mentre guidava la sua Bmw 318. Al momento del fermo, H. aveva con sé l’arma, nascosta nella tasca della giacca della sua tuta da ginnastica, pronta all’uso con sei proiettili nel caricatore.
Le prove raccolte e le accuse
Durante la perquisizione successiva, le forze dell’ordine hanno rinvenuto non solo l’arma e i proiettili, ma anche una seconda canna calibro 22, un bilancino di precisione e una somma in contanti pari a 650 euro. Questi elementi hanno portato alla convalida dell’arresto da parte del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, Emanuele Lazzàro, che ha applicato a H. la misura della custodia cautelare in carcere.
La difesa
Nonostante la difesa dell’indagato, assistito dall’avvocato di fiducia, abbia cercato di giustificare l’acquisto dell’arma come necessità di autodifesa da minacce ricevute, la versione fornita da H. non ha trovato conferma nelle evidenze raccolte. Anzi, le intercettazioni hanno mostrato una realtà ben diversa, aggravando ulteriormente la sua posizione, già compromessa dal coinvolgimento nel traffico di sostanze stupefacenti.