Friuli Venezia Giulia: i prezzi dei carburanti tra i più alti d’Italia, con gravi ripercussioni per le imprese. La corsa dei carburanti, in particolare della benzina e del gasolio, sta creando preoccupazione in Friuli Venezia Giulia, dove i prezzi continuano a salire, toccando livelli record. La benzina si avvicina pericolosamente alla soglia dell’euro e 90 centesimi al litro, mentre il gasolio è prossimo a superare l’euro e 80 centesimi. Un trend che potrebbe aggravarsi ulteriormente con il previsto aumento delle accise, alimentando le preoccupazioni tra i consumatori e le imprese locali.
I numeri dei carburanti in Friuli Venezia Giulia
Secondo i dati ufficiali pubblicati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nella giornata di ieri, il prezzo del gasolio in modalità self service in Friuli Venezia Giulia si attestava a 1,763 euro al litro, mentre il prezzo della benzina aveva raggiunto 1,834 euro al litro. Questi valori si riferiscono alla rete di distribuzione ordinaria, che non include i costi maggiori riscontrabili lungo le autostrade. In autostrada, infatti, la situazione peggiora ulteriormente, con il gasolio che arriva a 1,852 euro al litro e la benzina che tocca 1,927 euro.
Questi prezzi collocano il Friuli Venezia Giulia tra le regioni più care d’Italia per il rifornimento di carburante. Se si guarda alla situazione del Nord Italia, escluso il caso delle province autonome di Trento e Bolzano – dove i listini sono tradizionalmente più elevati – i costi registrati nella nostra regione sono tra i più alti, creando non pochi disagi per i consumatori.
Confronto con le altre regioni del Nord Italia
Il confronto con le regioni vicine al Friuli Venezia Giulia, come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, evidenzia come in queste aree i prezzi siano più contenuti. In Veneto, ad esempio, il gasolio viene venduto in media a 1,734 euro al litro in modalità self service, mentre la benzina si attesta a 1,815 euro al litro. Una differenza di pochi centesimi, ma che contribuisce a ridurre il peso economico per chi si trova a rifornirsi nella regione confinante.
Anche in Lombardia e in Emilia Romagna i prezzi sono simili e più bassi rispetto al Friuli Venezia Giulia: il gasolio in modalità self service è venduto rispettivamente a 1,746 euro al litro in Lombardia e 1,743 euro in Emilia Romagna, mentre la benzina è venduta a 1,827 euro al litro in entrambe le regioni. In Piemonte la situazione è ancora più favorevole, con il gasolio che scende a 1,740 euro e la benzina che si ferma a 1,823 euro al litro.
Il confronto con la Slovenia
Il gap di prezzo diventa ancora più evidente se si guarda al mercato sloveno. A Lubiana, infatti, il gasolio è venduto a 1,577 euro al litro e la benzina a 1,518 euro, una differenza notevole rispetto ai prezzi applicati in Friuli Venezia Giulia. Questo divario, che sfiora i 20 centesimi al litro, rende il rifornimento in Slovenia notevolmente più conveniente, attirando molti consumatori che si dirigono oltre il confine per risparmiare sui costi.
Questa differenza è ancora più marcata se si considera che lo sconto carburante regionale in Friuli Venezia Giulia, disponibile tramite le tessere fisiche e digitali, non riesce a coprire completamente il divario di prezzo con la Slovenia. Sebbene lo sconto regionale rappresenti un vantaggio, la differenza di prezzo rimane evidente, con il rischio che i consumatori, e in particolare le imprese, continuino a migrare verso i distributori sloveni, dove i costi sono sensibilmente più bassi.
Le problematiche per il settore dell’autotrasporto
L’aumento dei costi del carburante ha un impatto diretto sul settore dell’autotrasporto, che rappresenta uno degli assoluti settori strategici per l’economia nazionale. Le imprese di autotrasporto, in particolare le PMI, stanno già affrontando enormi difficoltà a causa dell’alto costo del gasolio, il cui impatto sulle spese di esercizio è considerevole. L’aumento delle accise previsto, infatti, rischia di penalizzare ulteriormente un settore già gravemente colpito.
Debora Serracchiani, deputata del Friuli Venezia Giulia, ha espresso forte preoccupazione per le conseguenze di questo rialzo fiscale, che potrebbe avere un impatto devastante sul settore dell’autotrasporto. “Il cosiddetto riallineamento fiscale delle accise è un colpo alle spalle per l’autotrasporto, che garantisce la mobilità delle merci in Italia”, ha dichiarato Serracchiani. Il settore, che rappresenta una parte fondamentale della logistica nazionale, si troverebbe a dover fare i conti con aumenti di centinaia di milioni di euro, con conseguenze inevitabili per le imprese e per i consumatori.
Le associazioni di categoria hanno già denunciato gli effetti negativi per le imprese, sottolineando come il rialzo delle accise rischi di mettere in difficoltà una categoria già in sofferenza. Le PMI che operano nel settore del trasporto e della logistica vedrebbero incrementare significativamente i costi operativi, con il rischio che questi aumenti si riflettano sui prezzi dei beni e dei servizi al consumo, aggravando la situazione per le famiglie e le piccole imprese.
Un futuro incerto per le imprese e i consumatori
Il rialzo dei carburanti e l’aumento delle accise si stanno rivelando una vera e propria sfida per l’economia del Friuli Venezia Giulia e per i consumatori italiani. In un contesto già difficile per le imprese, l’incertezza dei prezzi del carburante potrebbe portare a una crescente pressione su tutta l’economia locale, con un effetto a catena che rischia di colpire duramente anche i consumatori.
La speranza è che le politiche fiscali future possano trovare un equilibrio più sostenibile, che non penalizzi ulteriormente i cittadini e le imprese. Fino ad allora, il divario di prezzo tra Friuli Venezia Giulia e le regioni limitrofe, e soprattutto con la Slovenia, rimarrà una questione da monitorare con attenzione.