Pordenone, studio per recupero ex battirame di San Carlo
Presentato lo studiodi fattibilità tecnicoieconomio per il recupero dell’edificio ex battirame nei pressi del laghetto di San Carlo.L’edificio di proprietà comunale oggi abbandonato e sovrastato da un...
Presentato lo studio
di fattibilità tecnicoi
economio per il recupero dell’edificio ex battirame nei pressi del laghetto di San Carlo.
L’edificio di proprietà comunale oggi abbandonato e sovrastato da una folta vegetazione , è conosciuto con il
“maio delle Roje”. Già nel 1492
si hanno testimonianze
dell’esistenza
del maglio e nel 1542 si ha notizia
della presenza di un efficiente
battirame detto delle Roje. Disegni e rilievi confermano la presenza del vicino laghetto
di San Carlo dalle dimensioni simili a quelle
odierne con diversi canali. Nell’aprile
del 1772 l’edificio travolto da una
piena fu ricostruito nel giro
di pochi mesi e nel 1888 fu trasformato in officina elettrica e, con un salto
d’acqua di 7 metri, fu la prima
centrale elettrica di Pordenone. Durante la seconda guerra mondiale venne
utilizzato come rifugio antiaereo e dopo divenne un deposito di olio pesante per i forni della ceramica. Nel 1969 la
centrale elettrica venne disattivata così come sede della fabbrica
di ceramica. Storicamente quindi si tratta di un edificio di
archeologia industriale, una
testimonianza plurisecolare di una manifattura storica di Pordenone
, come peraltro prevede lo
strumento urbanistico che mira alla conservazione delle
“tipologie edilizie costruttive che costituiscono la memoria storica del passato industriale della città.” “Con il sindaco Alessandro Ciriani – commenta l’assessore alle politiche sociali Eligio Grizzo -stiamo valutando, compatibilmente con la disponibilità di risorse finanziarie, il recupero architettonico e strutturale dell’edificio e sulla sua destinazione d’uso. In prima istanza siamo orientati all’edificazione di unità immobiliari residenziali destinate all’housign sociale, un centro diurno di quartiere e per il mondo dell’associazionismo”.
L’intervento comporta zero consumo del suolo e contestuale riqualificazione dell’area e il miglioramento della qualità urbana del contesto urbano e della
dotazione di servizi del quartiere, valorizza un edifico che fa parte della storia di Pordenone , si recupera un immobile inserito lungo il percorso ciclopedonale dell’archeologia industriale pordenonese ed assolve ad una funzione
di carattere sociale
dove le unità
abitative di residenza sociale e di quartiere sono una realtà come quelle realizzate in via Colvera
già attiva da tempo e in via San
Quirino recentemente consegnata alla città.