Agente di quartiere, pattuglie miste (forze armate e forze dell’ordine), videosorveglianza, misure anti-degrado. Sono alcuni dei punti furti del “Progetto Sicurezza” elaborato dal Comitato elettorale delle liste civiche “Io amo Udine” e “Liberi Elettori” con il supporto di esperti e consulenti sulla sicurezza. Per contrastare la microcriminalità a Udine, fra cui rientra anche il preoccupante fenomeno in crescita delle babygang, serve un’alleanza con i cittadini attraverso associazioni di quartiere e circoscrizioni per la segnalazione di reati minori. Necessario innalzare il livello professionale della Polizia locale che deve essere formata in maniera costante, affiancare il personale della Polizia locale a reparti di Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza, garantire una presenza capillare sul territorio con coinvolgimento anche delle Forze Armate nel presidio di particolari aree in specifici archi temporali.
Nell’ottica di incrementare la percezione di sicurezza in città le liste civiche ritengono fondamentale attivare, riqualificando il progetto, la figura dell’Agente di quartiere con particolare riferimento alle aree meno frequentate, come ad esempio il quartiere Riccardo di Giusto, San Domenico, San Rocco, Borgo Stazione. In questo modo si raggiunge la fidelizzazione con la cittadinanza e i piccoli esercizi commerciali, uffici postali, parchi e aree giochi e altre realtà dove le persone fragili, ma anche i minori, possono diventare oggetto di attività illecite. Inoltre, è indispensabile implementare l’organico della Polizia locale, chiudere il posto di Polizia locale in via Leopardi, assegnare un’area di competenza per le attività automontate per armonizzare la presenza sul territorio in riferimento alla suddivisione già operata da altre Forze di Polizia.
Fari puntati poi sul preoccupante fenomeno delle baby-gang in crescita a Udine e sulla mancata integrazione nel tessuto sociale dei profughi ospitati nella caserma Cavarzerani che andrebbe chiusa. Da statistiche e studi effettuati infatti, sono da ricondurre molto spesso a cittadini stranieri accolti per emergenze umanitarie gli episodi di spaccio di sostanze stupefacenti in ampie aree della città con rapido coinvolgimento di altre fette del territorio e la costituzione di bande anche di minorenni dedite al crimine.