Le notizie di focolai accertati in Croazia e, forse, anche in Austria e il recente sequestro a Padova di una partita di carne importata potenzialmente contaminata dalla peste suina stanno generando nellโintera filiera suinicola friulana un sentimento di accerchiamento.
Prima che unโemergenza sanitaria, gli allevatori, macellatori e trasformatori di carne suina stanno affrontando una repentina altalena dei prezzi. Fenomeno, in veritร , giร da tempo avviato a causa dellโincremento mondiale del consumo di proteine animali e che la peste suina ha accentuato.
LโItalia registra attualmente un fabbisogno di carne suina pari a 2,7 milioni di tonnellate, di cui 1,5 milioni soddisfatte dagli allevamenti nazionali (rappresentano il 5% della produzione europea) e i restanti 1,2 milioni (pari al 44%) proveniente da importazione, soprattutto da altri Paesi europei con in prima fila Danimarca, Paesi Bassi e Spagna.
In tale contesto le filiere dei prodotti Dop e Igt rappresentano soltanto una piccolissima parte del volume lavorato: 200mila tonnellate allโanno pari a 7 per cento della produzione nazionale.
Eventuali provvedimenti restrittivi nel commercio di carne suina in conseguenza del proliferare dellโinfezione, quindi, non porterร pesanti conseguenze alla produzione di salumi certificati come il prosciutto di San Daniele Dop, bensรฌ gravi danni potrebbero derivare alla disponibilitร di carne suina sia fresca sia di prodotti non certificati vista la forte dipendenza dalle importazioni.
Il consumo medio europeo รจ attorno ai 70 kg per persona, mentre in Italia attorno ai 40 kg. Quindi la conseguente tensione sui prezzi potrebbe trasferirsi sia sui macellatori e trasformatori, che vedrebbero ridursi i propri margini, sia sui consumatori finali che vedrebbero unโimpennata repentina del prezzo della salsiccia.