VENEZIA – L’inflazione esplosa nel 2022 e continuata nel 2023, sebbene con un leggero rallentamento, ha avuto un impatto significativo sui pensionati veneti, costando in media quasi due mensilità. Questo dato emerge dalle elaborazioni dello Spi Cgil regionale sui dati Istat riguardanti i consumi delle famiglie italiane. Gli over 65 della nostra regione si sono trovati a sborsare circa 1.460 euro in più nel 2022 e quasi 755 euro in più nel 2023 rispetto all’anno precedente, per un totale di oltre 185 euro al mese, cifra che non è stata compensata dalla rivalutazione, ulteriormente ridotta dai tagli del governo Meloni.
Mobilitazione a Padova
Martedì 29 ottobre, lo Spi Cgil del Veneto scenderà in piazza Cavour a Padova per una manifestazione dal titolo significativo: “Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”. Sarà presente anche Tania Scacchetti, segretaria generale dello Spi Cgil nazionale. La mobilitazione intende affrontare, oltre al tema del carovita, l’intera manovra dell’esecutivo, che ignora le esigenze delle persone non autosufficienti, favorisce la privatizzazione della sanità e crea un sistema fiscale ingiusto.
Il potere d’acquisto e la situazione dei pensionati
Le analisi dello Spi Cgil rivelano un quadro preoccupante per gli anziani. Un pensionato over 65 in Veneto ha speso mediamente 1.478,70 euro al mese nel 2021; questa cifra è salita a 1.600,50 euro nel 2022 e a 1.663 euro nel 2023, con un incremento mensile significativo. La situazione è così grave che molti pensionati si sono visti costretti ad attingere ai risparmi o a richiedere finanziamenti per coprire le spese quotidiane.
Secondo i dati pubblicati dall’INPS nel 2024, l’importo medio della pensione in Veneto è di 1.188,47 euro, e ben il 55% degli assegni previdenziali è inferiore ai mille euro. Questo scenario evidenzia una preoccupazione crescente per i pensionati, specialmente considerando che la rivalutazione prevista per il 2025 si attesterà attorno all’1%, non sufficiente a compensare i rincari dei due anni precedenti.
La questione della non autosufficienza
Il tema della spesa è indissolubilmente legato alla non autosufficienza, che risulta invisibile nell’agenda del governo Meloni. In Veneto, si stima che circa 330.000 ultra 65enni siano non autosufficienti, un dato allarmante considerando che il 28% degli anziani, soprattutto over 80, si trova in questa condizione.
Le spese per l’assistenza non autosufficiente sono insostenibili per molte famiglie. In Veneto, la retta giornaliera media in una casa di riposo è di 62,17 euro (1.865 euro al mese) con impegnativa, e 85,54 euro (2.566 euro al mese) senza impegnativa. Questa situazione è destinata a peggiorare, con la popolazione anziana che crescerà del 20% nei prossimi dieci anni.
Le richieste della mobilitazione
Nicoletta Biancardi, segretaria generale dello Spi Cgil del Veneto, ha dichiarato: “Siamo in piazza a Padova per protestare contro una manovra che riteniamo iniqua e incapace di tutelare pensionati e lavoratori. Le difficoltà economiche stanno creando situazioni insostenibili. Gli anziani hanno ridotto le spese per la salute e, secondo la Fondazione Gimbe, nel 2023 la percentuale di famiglie venete che rinunciano alle cure è passata dal 6,4% al 7,4%. La situazione è critica e il governo non sta facendo nulla per invertire il trend”.
Inoltre, la mobilitazione richiederà una riduzione delle tasse per pensionati e lavoratori, un fisco più equo, e una maggiore attenzione verso la legge sulla non autosufficienza. Biancardi ha sottolineato l’importanza di garantire un lavoro stabile e dignitoso, sottolineando che i pensionati sostengono anche le giovani generazioni che vivono situazioni di precarietà.