Malattia sconosciuta fa strage in Congo
Una malattia misteriosa si sta diffondendo in Congo e sta causando numerose vittime, soprattutto tra i giovani. Secondo quanto dichiarato da un esperto sanitario del Paese africano in forma anonima ad al Jazeera, potrebbe avere un’origine zoonotica e quindi essere trasmessa dagli animali all’uomo.
Nonostante gli organismi sanitari nazionali e internazionali non abbiano confermato alcun collegamento con gli animali, l’esperto ha affermato che “la maggior parte delle persone intervistate ammettono di essere state a contatto con animali selvatici pochi giorni prima di ammalarsi”. Per precauzione, ha aggiunto, è consigliabile che le persone riducano il contatto con gli animali selvatici.
La malattia, denominata “febbre del Congo”, provoca sintomi simili a quelli influenzali: febbre, mal di testa, mal di gola, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. Inizialmente segnalata a Panzi, una località della provincia di Kwango nel Sud-Ovest del Congo, questa malattia ha colpito molti individui. Panzi, considerata l’epicentro di questi casi, si trova a oltre 700 km dalla capitale Kinshasa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato che circa l’80% dei campioni prelevati dai pazienti presenta tracce del virus della malaria. Tuttavia, non tutti gli esperti sono convinti del collegamento con la malaria alla luce dei sintomi manifestati.
“I casi di ‘febbre del Congo’ stanno aumentando, anche se non in modo esplosivo, nel distretto sanitario di Panzi e nelle zone circostanti. Secondo l’Africa Cdc, la scorsa settimana sono stati confermati 111 nuovi casi e un nuovo decesso (per un totale di 32 decessi in ospedale). Ciò che preoccupa è che si stanno indagando altri 44 decessi avvenuti nella comunità (al di fuori dell’ospedale). Il 42% dei casi riguarda bambini sotto i 5 anni”, ha scritto su Facebook l’epidemiologo Gianni Rezza, professore di Igiene presso l’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Secondo l’esperto, “le cause della malattia rimangono un mistero”. Rezza ha sottolineato che “la malaria sembra non spiegare l’epidemia”, ma “potrebbe essere al massimo una concausa (potrebbe contribuire alla genesi dell’anemia insieme alla malnutrizione)”.
“A causa della logistica, il trasporto dei campioni per la ricerca dei patogeni respiratori all’Inrb, l’Istituto Nazionale di Ricerca Biomedica di Kinshasa, è ancora difficile”, ha osservato l’epidemiologo. “Attualmente, il rischio di diffusione al di fuori della zona del focolaio primario va da basso (all’estero) a moderato (in altre aree del Congo)”, ha concluso.
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