VERONA – Domenica 27 ottobre, le strutture del “Quirico” ospiteranno un evento significativo nell’ambito del progetto federale di promozione femminile “No Ragazze? No Rugby”. L’evento interregionale, organizzato dai Comitati di Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia, promette di essere una giornata ricca di emozioni e sport.
Un pomeriggio di rugby a tredici
Le ragazze, coordinate dai tecnici regionali e dai responsabili per lo sviluppo del rugby femminile, si sfideranno in partite di Rugby a tredici. Questa attività, che non prevede classifiche o risultati, è concepita per mettere in primo piano il divertimento e l’inclusione. L’evento culminerà con un tradizionale “terzo tempo” collettivo, un momento di convivialità alla presenza degli ospiti d’onore della Asd Portatori di Sorrisi-Rugby in Ospedale.
Inizio della stagione 2024-2025
Questo incontro rappresenta l’apertura ufficiale della stagione 2024-2025 e fa parte di una rotazione che vedrà le quattro regioni alternarsi nel ruolo di “padroni di casa” per eventi futuri.
Sandro Trevisan, presidente del Comitato Regionale Veneto (CRV), ha espresso la sua soddisfazione per il progetto: “Dopo la ripartenza del progetto di rugby inclusivo Abi Rugby, siamo orgogliosi di dare il via alla stagione con questa attività che ha già portato benefici l’anno scorso. L’impegno nella promozione del rugby femminile giovanile è uno degli obiettivi principali del nostro settore tecnico.”
Opportunità di crescita e confronto
Trevisan ha continuato: “Eventi come questo offrono a tante ragazze l’opportunità di conoscersi, crescere attraverso il confronto e sperimentare un livello rugbistico sempre più alto. Un sentito ringraziamento va agli amici dei Comitati di Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia per il lavoro condiviso, e a Rugby in Ospedale per il meraviglioso lavoro che svolgono ogni giorno nei reparti con i loro sorrisi ovali.”
Il presidente ha anche sottolineato l’importanza della presenza delle atlete, evidenziando come la loro dedizione e la capacità di affrontare le sfide rappresentino un segnale di fiducia per il futuro del rugby italiano: “Sta a noi dirigenti fare al massimo la nostra parte”, ha concluso Trevisan.