È stata inaugurata ieri, mercoledì 2 aprile, la nuova mostra del progetto Triesteabbandonata, un’iniziativa che da dieci anni mappa, descrive e recupera la storia degli immobili abbandonati a Trieste e in Friuli Venezia Giulia. Il progetto, realizzato dalla fotografa Giada Genzo, dalla giornalista Micol Brusaferro e dall’esperto di comunicazione Emilio Ripari, è stato presentato all’interno del centro commerciale Montedoro, che ha gentilmente messo a disposizione un ampio spazio per ospitare l’evento.
Un evento che racconta il passato e il futuro degli spazi abbandonati
La mostra, che sarà aperta fino al 4 maggio con ingresso libero, espone una selezione degli oltre 200 siti dismessi individuati da Triesteabbandonata in tutta la regione, con un focus particolare su immobili che, dopo anni di abbandono, sono stati ristrutturati o demoliti per fare spazio a nuove strutture. L’inaugurazione ha visto la presenza dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti, che ha partecipato al taglio del nastro. Questo evento celebra la storia di luoghi che, purtroppo, sono caduti nel dimenticatoio, ma che ora vengono restituiti alla memoria collettiva grazie a questo lavoro di recupero.
Dusty Dancing: un viaggio nelle discoteche abbandonate
Oltre ai tradizionali immobili storici, la mostra include anche una sezione dedicata al progetto Dusty Dancing, che esplora le discoteche abbandonate e in disuso presenti in tutta Italia. Questa sezione offre un affascinante viaggio visivo attraverso i luoghi che un tempo erano simbolo di divertimento e socialità, ora lasciati all’oblio.
Le foto esposte sono accompagnate da pannelli descrittivi e totem informativi che raccontano la storia e le finalità di Triesteabbandonata, un progetto che negli ultimi dieci anni ha fotografato e ricostruito la storia di caserme, scuole, fabbriche, ville storiche, depositi, stazioni ferroviarie, discoteche, cinema, teatri, bar, ristoranti, magazzini, valichi confinari, alberghi, impianti sportivi, piscine e parchi gioco. Un’occasione unica per riscoprire e riflettere sul patrimonio che, purtroppo, è stato spesso trascurato o dimenticato.