Da lunedì 7 a sabato 12 ottobre, il Centro Balducci di Zugliano ospiterà la mostra esperienziale intitolata “Panta Rei. Vite migranti lungo la Rotta Balcanica”. Questa installazione è stata ideata e curata da Anna Clementi e Diego Saccora ed è concepita per far comprendere il vissuto e le fragilità di chi è costretto a lasciare il proprio Paese in cerca di vita in Europa. Un obiettivo fondamentale della mostra è anche quello di contrastare lo sviluppo di hate speech e discriminazioni, fenomeni sempre più presenti nella nostra società.
Orari di visita e prenotazione
La mostra sarà visitabile liberamente negli orari stabiliti, dalle 8.00 alle 14.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Per i gruppi, si consiglia di prenotare una visita guidata contattando la Segreteria del Centro Balducci, la quale prevede una durata di circa un’ora e mezza, offrendo un’opportunità unica di approfondire i temi trattati.
L’installazione e il suo significato
L’installazione “Panta Rei: vite migranti lungo la rotta balcanica” ricalca le principali tappe del viaggio via terra affrontato da chi, proveniente da paesi come il Pakistan, l’Afghanistan, la Siria, l’Iraq, e anche da Kosovo, Marocco, Algeria, Iran, Eritrea, Congo e Camerun, cerca di raggiungere l’Europa. Il percorso narrato inizia con la partenza da casa, passa attraverso l’attraversamento dei confini, le violenze subite, i respingimenti, e la vita sospesa in un campo profughi, fino all’arrivo a destinazione. Qui, gli individui si trovano a dover ricucire la propria identità e memoria personale per poter nuovamente immaginare un futuro e continuare a vivere.
Per raccontare questo viaggio, l’installazione utilizza una varietà di elementi multimediali, tra cui foto, suoni, pannelli di testo, mappe, video, e, soprattutto, oggetti originali rinvenuti nei diversi Stati attraversati dai migranti. Questo approccio mira a rendere l’esperienza il più coinvolgente possibile, favorendo una connessione emotiva con la realtà dei migranti.
Temi affrontati nella mostra
Il progetto affronta vari aspetti del percorso migratorio attraverso la rotta balcanica. Pur concentrandosi sugli aspetti drammatici del viaggio — come le morti spesso invisibili, i respingimenti illegali ai confini dell’Unione Europea e la vita nei campi profughi, che si sono trasformati in veri e propri ghetti — l’obiettivo di Panta Rei è anche quello di fare memoria del presente. La mostra intende informare e stimolare la riflessione su concetti quali migrazione, convivenza, libertà di movimento e diritto di restare e abitare un luogo, dando corpo e voce ai protagonisti del presente.
L’installazione è suddivisa in cinque sezioni che ricalcano il percorso mentale e corporeo compiuto da chi lascia la propria casa. I temi principali della mostra includono: il viaggio, il campo, la famiglia, l’identità e i sogni.
Gli ideatori della mostra
Anna Clementi ha lavorato come operatrice all’interno del sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati di Venezia. È un’arabista e insegnante di arabo che ha trascorso alcuni anni tra Siria e Palestina, dedicandosi al giornalismo e collaborando con organizzazioni non governative. Ha anche lavorato in Grecia, dove ha fornito sostegno e supporto ai senza fissa dimora e alle persone migranti.
Diego Saccora, d’altro canto, ha esperienza come operatore sociale nell’ambito dei minori stranieri non accompagnati e dei minori in misura cautelare. È attivo nell’associazionismo con progetti rivolti ai giovani e all’inclusione sociale dei neo-maggiorenni e dei richiedenti asilo. Dal 2018, vive frequentemente in Bosnia e lungo i Balcani, dove svolge attività di sostegno e supporto alle persone migranti.
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