Marco Felluga, figura emblematica e patriarca dei produttori di vino del Friuli Venezia Giulia, ci ha lasciati all’età di 96 anni nella sua casa di Gradisca d’Isonzo. La sua scomparsa, avvenuta martedì 2 aprile, segna la fine di un’era per il settore vitivinicolo della regione, che ha visto in lui non solo un pioniere ma anche un maestro di vita e di lavoro.
Una passione che attraversa il tempo
Nato nel 1927, Felluga ha sempre considerato il suo impegno nel mondo del vino non solo come un lavoro ma come una vera e propria passione.
I primi passi di un lungo viaggio
Nell’immediato dopoguerra, Marco Felluga e suo fratello Livio si sono imposti come pionieri della viticoltura nel Collio, un’area oggi riconosciuta a livello internazionale per l’eccellenza dei suoi vini. Marco Felluga, in particolare, ha ricoperto la carica di presidente del Consorzio per due mandati, un periodo che lui stesso ha descritto come “anni molto piacevoli, nei quali ho più ricevuto che dato”, evidenziando il suo spirito di comunità e il suo approccio generoso.
Innovazione e tradizione: la Marco Felluga e Russiz Superiore
Nel 1956, la visione imprenditoriale di Felluga lo portò a fondare la Marco Felluga a Gradisca d’Isonzo, azienda che si è rapidamente affermata come punto di riferimento per il territorio. Ma è nel 1967 che compie un vero e proprio salto di qualità con l’acquisizione di Russiz Superiore, una delle tenute più prestigiose del Collio, con 500 anni di storia e vigneti che offrono uno scenario unico, affacciati sulle colline di fronte alla Slovenia.
L’eredità lasciata da Marco Felluga è tangibile non solo nei suoi vini, apprezzati in tutto il mondo, ma anche nella filosofia di lavoro che ha sempre promosso: un impegno costante all’eccellenza, unito a un profondo rispetto per la terra e per le tradizioni. La sua figura rimarrà un punto di riferimento imprescindibile per le future generazioni di produttori.
La comunità del Friuli Venezia Giulia e il mondo vitivinicolo piangono la scomparsa di un vero maestro, che ha saputo interpretare la terra e i suoi frutti con sapienza, umiltà e visione.
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