VERBANIA – La tragedia che ha colpito Margherita Lega, la donna di 41 anni originaria di Fiavè (Trento) , morta dopo essere precipitata da una teleferica mentre caricava dei bagagli durante una vacanza in Piemonte, è ancora al centro di un complesso percorso giudiziario.
A quasi un anno dall’incidente, i famigliari della vittima non hanno ancora ricevuto alcun risarcimento.
L’udienza preliminare è fissata per il 23 aprile presso il Tribunale di Verbania e verrà valutata la posizione dei tre indagati accusati di omicidio colposo. In questa fase si deciderà dunque se procedere con il rinvio a giudizio per gli indagati.
Il dramma in vacanza all’Alpe Drocala
Era il 4 luglio 2024 quando Margherita Lega si trovava in vacanza con la famiglia all’alpe Drocala, nella zona montana di Calasca Castiglione, in Valle Anzasca. Durante le operazioni di carico dei bagagli su una piccola teleferica-palorcio, la donna è rimasta impigliata e poi è precipitata nel vuoto, perdendo tragicamente la vita.
La famiglia chiede giustizia: parte civile al processo
I genitori della donna, il marito e i due figli minori, rispettivamente di 10 e 7 anni, hanno annunciato la loro volontà di costituirsi parte civile nel processo che sta per aprirsi.
L’obiettivo è fare piena luce sull’accaduto e ottenere giustizia per una tragedia che ha sconvolto la loro esistenza.
L’avvocato Giulia Sattanino, che rappresenta la famiglia, ha dichiarato: «Allo stato attuale non vi sono stati risarcimenti. I familiari di Margherita sono ancora chiusi in un dolore immenso e vivono nella speranza che i responsabili vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni».
Tra gli indagati figura il manovratore 71enne dell’impianto, che si occupava della gestione della teleferica. Risulterebbe, infatti, che la donna sia rimasta agganciata involontariamente al meccanismo della teleferica, che si è messa in moto inaspettatamente provocando la caduta fatale di Margherita.