Monitoraggio, quali Regioni passeranno in zona gialla da lunedì

Per entrare in zona gialla le Regioni devono, innanzitutto, aver avuto una permanenza di almeno due settimane in fascia arancione: questo criterio esclude la Campania, entrata in arancione solamente i...

22 aprile 2021 08:40
Monitoraggio, quali Regioni passeranno in zona gialla da lunedì -
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Per entrare in zona gialla le Regioni devono, innanzitutto, aver avuto una permanenza di almeno due settimane in fascia arancione: questo criterio esclude la Campania, entrata in arancione solamente in questa settimana.

Inoltre il passaggio in zona gialla deve essere supportato da due settimane consecutive di dati positivi sul contagio e sui 21 parametri utilizzati: in particolare l’indice Rt deve attestarsi sotto 1 e i il rischio complessivo deve essere basso o moderato.

Sono certe di questi parametri – sulla base dei dati del monitoraggio della scorsa settimana, quindi suscettibili di cambiamenti – Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Umbria e Veneto.

In tutti questi territori l’indice Rt è sotto 1 e il rischio è basso o moderato.

Alla lista si potrebbe aggiungere il Molise, che ha Rt sotto 1 ma rischio moderato con alta probabilità di progressione, motivo per cui resta in bilico.

Più difficile che possano passare in zona gialla Calabria e Sicilia, che hanno dato più critici. La Calabria ha sì un Rt sotto 1, ma un rischio complessivo alto; la Sicilia, invece, registra un Rt superiore a 1.

Intorno al valore di 1 c’è anche la Liguria, che in caso di miglioramento dei dati può ancora sperare nella zona gialla. Più lontana, invece, per la Basilicata, dove l’Rt era leggermente superiore a 1 la scorsa settimana. In bilico anche la Toscana, dove l’indice Rt è intorno al valore soglia di 1 ma il rischio complessivo non è così basso e i dati della scorsa settimana non danno quindi la certezza di un passaggio in giallo.

In ogni caso per tutte le Regioni e le Province autonome non ci sono certezze, considerando che le incognite restano molte, a partire dall’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, sopra la soglia del 30% in buona parte di questi territori.

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