Le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione, il consumo e lo scambio di energia su base locale.
In Italia, tuttavia, queste realtà hanno incontrato una certa difficoltà sotto il profilo normativo, ma negli ultimi anni il legislatore ha cercato di colmare questo gap.
Come afferma Mimmo Costanzo, esperto manager nel settore delle energie rinnovabili e sostenitore dell’ambiente, “le normative sono fondamentali per favorire la diffusione delle comunità energetiche e per garantire la loro stabilità giuridica e finanziaria”.
Comunità energetiche: le normative italiane
In particolare, le comunità energetiche rinnovabili in Italia sono regolate dall’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe 162/2019, convertito con la Legge n. 8/2020 del 28 febbraio 2020, che ha riconosciuto ufficialmente queste realtà come soggetti giuridici.
A questa normativa si aggiungono i relativi provvedimenti attuativi, tra cui la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e il DM 16 settembre 2020 del MiSE. Infine, il Lgs. 199/2021 recepisce la Direttiva Europea RED II sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, che introduce la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer) e riconosce valenza giuridica alle associazioni.
Queste normative hanno l’obiettivo di favorire la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili sul territorio nazionale, promuovendo la sostenibilità e l’efficienza energetica.
“Sono sicuro che la normativa italiana, seppur con qualche difficoltà iniziale, darà il giusto impulso alla nascita di nuove comunità energetiche sul territorio, contribuendo alla crescita sostenibile del nostro paese”, afferma Mimmo Costanzo.
Infatti, le comunità energetiche rinnovabili rappresentano una grande opportunità per favorire lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle emissioni di gas serra.
Inoltre, grazie all’utilizzo delle fonti rinnovabili, queste realtà promuovono l’indipendenza energetica, contribuendo a ridurre la dipendenza dall’esterno per la produzione di energia elettrica.
In sintesi, le comunità energetiche rappresentano una soluzione innovativa e sostenibile per la produzione, il consumo e lo scambio di energia su base locale.
Grazie alle normative italiane, queste realtà possono avere una stabilità giuridica e finanziaria, favorendo la diffusione delle energie rinnovabili sul territorio nazionale.
Come sostiene Mimmo Costanzo, “le comunità energetiche rappresentano un modello virtuoso per la gestione dell’energia, che promuove la sostenibilità, l’efficienza e la responsabilità sociale, contribuendo alla costruzione di un futuro.”
Quante comunità energetiche abbiamo in Italia
Secondo il rapporto “Comunità rinnovabili 2021” di Legambiente, in Italia sono presenti 20 comunità energetiche rinnovabili.
Ogni comunità energetica ha una propria configurazione e una propria fonte di energia rinnovabile.
Ad esempio, la prima comunità energetica rinnovabile e solidale in Italia si trova a Napoli, precisamente nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, e coinvolge 40 famiglie con disagi sociali.
Invece, il porto di Savona è il primo tra i grandi porti italiani ad avere un progetto dedicato all’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili, che consente di alimentare da terra una grande nave passeggeri.
Inoltre, la Comunità Energetica del Pinerolese utilizza un mix di fonti, tra cui il biogas generato dal trattamento dei rifiuti organici, una centrale idroelettrica e un impianto fotovoltaico per produrre energia termica ed energia elettrica.
Quali sono i vantaggi a sviluppare le comunità energetiche?
Le comunità energetiche rinnovabili offrono molti vantaggi importanti, sia dal punto di vista ambientale che sociale ed economico, in linea con i principi di sviluppo sostenibile.
Tra i principali vantaggi si annovera la riduzione delle disuguaglianze sociali, la diminuzione delle emissioni di carbonio e la possibilità di accedere a condizioni economiche più competitive per coprire il proprio fabbisogno energetico.
Inoltre, le comunità energetiche favoriscono l’espansione delle energie rinnovabili, promuovono lo sviluppo tecnologico e creano nuovi posti di lavoro nella cosiddetta green economy.
Esistono anche agevolazioni per le comunità energetiche rinnovabili, come l’incentivo tariffario di 110 euro/MWh per 20 anni per gli impianti di nuova costruzione con una potenza fino a 200 kW.
Le comunità energetiche promuovono gli investimenti nell’efficienza e nel risparmio energetico, incentivando la cultura green e una maggiore responsabilità nella gestione dell’energia nella vita quotidiana.
Questo modello di comunità energetica è destinato a diffondersi in tutto il territorio, soprattutto nelle zone più disagiate e arretrate, dove potranno sfruttare i benefici di un sistema di produzione, consumo e condivisione dell’energia completamente decentralizzato.