MARGHERA (VE) – Lunedì 10 febbraio, intorno alle 15:00, i soccorsi sono stati allertati per un tragico episodio in un’azienda di Marghera, dove un operaio bengalese di 35 anni è stato trovato senza vita. L’uomo, da circa tre anni in Italia, lavorava in condizioni precarie e viveva un’esistenza segnata da numerosi debiti contratti durante il suo viaggio migratorio attraverso la Libia.
La difficile situazione dell’operaio bengalese
Il giovane padre, originario di Shariatpur in Bangladesh, aveva lasciato la sua famiglia nel paese d’origine, con un figlio di sette anni. Nonostante avesse ottenuto il permesso di soggiorno grazie a una sanatoria, la sua vita lavorativa non era mai stata stabile. Il 35enne, infatti, riusciva solo a lavorare in maniera saltuaria, guadagnando appena abbastanza per coprire le proprie necessità e inviare il resto dei soldi alla sua famiglia. La pressione economica e il peso dei debiti accumulati per il viaggio verso l’Italia sembravano impossibili da sopportare.
Un dramma emotivo e familiare
Il suo stato di fragilità psicologica era stato ulteriormente aggravato dalla notizia della morte di suo padre, un evento drammatico che ha, ovviamente segnato il 35enne. Il giovane operaio si trovava quindi a dover affrontare una serie di responsabilità familiari e finanziarie che lo avevano isolato e sopraffatto. Secondo quanto riferito da alcuni amici, la sua situazione emotiva era diventata insostenibile. Tutti questi fattori, sommati, hanno portato l’uomo a compiere il gesto estremo.
Soccorsi, indagini e intervento di Howlader
Quando il corpo è stato trovato nel luogo di lavoro, i soccorritori del Suem non hanno potuto fare nulla per rianimarlo. La Polizia, intervenuta sul posto, ha avviato gli accertamenti necessari e avvisato la procura. Il rappresentante della comunità bengalese di Mestre, Prince Howlader, ha espresso il suo sconforto per la tragica morte, invitando chi vive situazioni simili a non isolarsi e a chiedere aiuto.