Equiparazione degli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli dei parlamentari
Un emendamento alla Manovra 2025 propone di equiparare gli stipendi dei ministri non parlamentari a quelli dei parlamentari eletti alla Camera e al Senato. Secondo la proposta di modifica depositata ai relatori in Commissione Bilancio, ai membri del governo che non sono parlamentari verrebbe corrisposto “il trattamento economico complessivo” spettante ai senatori e ai deputati.
In pratica, ciò significherebbe che ai ministri spetterebbe non solo l’indennità (gia uguale per tutti) ma anche le altre voci che compongono lo ‘stipendio’ dei membri di Camera e Senato, come ad esempio la diaria o i rimborsi spese per l’esercizio del mandato.
In totale, sono otto ministri e una decina tra viceministri e sottosegretari i membri dell’esecutivo a cui verrebbe adeguato il trattamento economico per parificarlo a quello dei colleghi eletti. Il costo totale della misura, secondo quanto stimato nel testo dell’emendamento, ammonta a 1,3 milioni di euro l’anno.
Schillaci: “Le mie scelte non sono dettate da motivi economici”
L’emendamento ha generato un acceso dibattito politico. “Sarà il Parlamento a decidere. Nella mia vita non ho mai fatto nessuna scelta per motivi economici. Continuerò a non fare scelte per motivi economici, ma a fare ciò che mi piace fare. Non ho mai guardato al guadagno come la cosa più importante”, ha dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, in risposta alle domande dei giornalisti durante la sua partecipazione ad Atreju a Roma.
Le opposizioni criticano l’emendamento
Le opposizioni hanno espresso critiche dure. “Pensate: hanno presentato un emendamento per aumentare lo stipendio di ministri, viceministri e sottosegretari. Ma come fanno a non vergognarsi? Ma in che mondo vivono?”, ha scritto su Facebook Giuseppe Conte, leader del M5S, che affronterà il tema durante la manifestazione di Fratelli d’Italia sabato 14 dicembre.
“Mentre gli italiani faticano ad arrivare alla fine del mese, il governo propone di aumentare lo stipendio ai ministri. È una vergogna”, ha commentato Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato.
“L’emendamento che prevede l’aumento degli stipendi a ministri e sottosegretari è indecente. Viviamo in un Paese dove si lavora tanto, troppo, non si viene pagati abbastanza e dove persino il diritto al riposo viene negato con salari fermi da 30 anni. L’emergenza salariale è il problema più grande del Paese ma per il Governo lo è solo se si parla dei ministri e sottosegretari non deputati. Non hanno senso del ridicolo”, ha dichiarato Marco Grimaldi, capogruppo di Avs nella commissione Bilancio della Camera.
“Il Presidente della Camera Fontana intervenga e dichiari non ammissibile un emendamento che tra l’altro prevede l’assurda equiparazione di un trattamento onnicomprensivo che prevede anche collaboratori (che i ministeri hanno) e di uffici parlamentari che un ministro non deputato non deve avere per evidenti motivi”, ha concluso Grimaldi.
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