“Come stanno le cose riguardo ai sessi? Un vecchio proverbio ci suggerisce: capelli lunghi, cervello corto.” Con queste parole, Paul Julius Moebius apriva il suo trattato L’inferiorità mentale della donna, datato 1900. Un testo che esprimeva concetti fortemente discriminatori nei confronti delle donne, sostenendo l’esistenza di un presunto deficit intellettivo legato al sesso femminile. Questo scritto, e altri dello stesso periodo, sono stati ripresi dalla regista e autrice Giovanna Gra, che ha dato nuova vita a questi testi, inserendoli in uno spettacolo provocatorio che mira a mettere in luce l’assurdità di tali idee.
Il risultato di questa riflessione prende forma nello spettacolo teatrale L’inferiorità mentale della donna, che sarà portato in scena dalla talentuosa Veronica Pivetti, accompagnata dal compagno di palco Anselmo Luisi. La produzione, degli Artisti Associati di Gorizia in collaborazione con Pigra srl, è diretta dalla stessa Giovanna Gra e da Walter Mramor. La pièce, che esamina alcune delle più sconvolgenti teorie scientifiche e sociali di inizio Novecento, sarà ospite di cinque teatri del Circuito ERT nei prossimi giorni.
Mercoledì 26 marzo, lo spettacolo sarà all’Auditorium Alla Fratta di San Daniele del Friuli, giovedì 27 marzo al Cinecity di Lignano Sabbiadoro, venerdì 28 marzo all’Auditorium Biagio Marin di Grado, sabato 29 marzo al Teatro Candoni di Tolmezzo e domenica 30 marzo al Teatro Verdi di Muggia. Gli spettacoli inizieranno alle 20.45, con l’eccezione di Muggia, dove il sipario si alzerà alle 17.30.
L’inferiorità mentale della donna mette in scena testi raramente esplorati, che offrono uno spunto inquietante e, talvolta, paradossale su come la scienza e la medicina abbiano, per secoli, giustificato le discriminazioni di genere. Tra i testi utilizzati da Giovanna Gra c’è, oltre al trattato di Moebius, una dichiarazione di Cesare Lombroso, il quale sosteneva che “le donne mentono e spesso uccidono, lo dicono i proverbi di tutte le regioni”. Non meno inquietante è il “progetto di legge per vietare alle donne di leggere” di Sylvain Maréchal, che teorizzava che l’educazione e l’alfabetizzazione fossero dannose per la “natura” della donna.
Nel corso dello spettacolo, Veronica Pivetti interpreta questi scritti con una combinazione di ironia e surrealismo, alternando letture di teorie scientifiche assurde a canzoni vecchie e nuove che esplorano la figura femminile. In un gioco di simbolismi e riferimenti culturali, l’attrice esegue anche bizzarre misurazioni dell’indice cefalico, in un momento che sfida la credibilità di tali misurazioni pseudoscientifiche, ma che allo stesso tempo strappa risate amare al pubblico.
Veronica Pivetti, la protagonista dello spettacolo, è una figura poliedrica del panorama artistico italiano. Dopo il diploma in pittura all’Accademia di Brera, ha intrapreso una carriera che l’ha vista impegnata in diverse discipline, dal doppiaggio alla recitazione, dalla regia alla scrittura. Nel 1996, ha esordito al cinema con Carlo Verdone in Viaggi di nozze, per poi partecipare a numerose serie televisive di successo. Il suo debutto dietro la macchina da presa è avvenuto con il film Né Giulietta, né Romeo del 2015.
Pivetti è anche nota per il suo lavoro teatrale, dove ha interpretato numerosi spettacoli di Giovanna Gra, tra cui Sorelle d’Italia e Tête à Tête, passioni stonate. Dal 2018 al 2020, è stata protagonista dello spettacolo Viktor und Viktoria, scritto da Gra, e ha successivamente portato in scena Stanno sparando sulla nostra canzone, una black story musicale.