UDINE, 8 ottobre 2024 – Il settore della sanità è noto per la sua forte caratterizzazione femminile, con ben 138 donne che operano per la storica Coram. A livello globale, i dati del Global Gender Gap Report 2021 mostrano una rappresentanza femminile nella sanità pari al 75% del totale degli occupati, confermando così il settore come il più partecipato dalle donne. In Italia, questo comparto conta il 68% di professioniste, evidenziando una crescita continua a partire dal 2010. La maggior parte del personale ricopre ruoli infermieristici, tecnici e medici, ma questa predominanza non si riflette in una equa distribuzione nelle posizioni di responsabilità. Infatti, le percentuali femminili si riducono drasticamente per le funzioni di leadership di alto livello.
Eccellenza femminile nel gruppo Coram
Tuttavia, ci sono delle eccezioni. Un esempio è il Gruppo Coram, che da oltre 50 anni opera nel servizio sanitario privato convenzionato, guidato dall’amministratore delegato Alessia Rampino. Un ruolo che non era nei suoi piani iniziali, in quanto Alessia si è laureata in Biologia con l’idea di diventare un’esperta in laboratorio. Tuttavia, ha assunto questo incarico con convinzione, avendo una visione chiara dell’azienda: «Coniugare la qualità delle relazioni e la valorizzazione delle persone con l’efficienza e la produttività necessarie per un’impresa».
Crescita in un contesto familiare
Alessia Rampino è parte della famiglia che ha fondato Coram, cresciuta accanto a una madre che ha gestito l’organizzazione sin dall’inizio. «Mia madre mi voleva sempre accanto per farmi ascoltare e imparare molto sul campo – racconta la manager –. Ho compreso che a fare la differenza erano le competenze e il saper fare delle persone, non il loro genere». Questo aspetto culturale è diventato un elemento fondamentale nel suo approccio imprenditoriale, cercando di mantenere un equilibrio tra la presenza maschile e femminile all’interno dell’organizzazione. «Credo molto nel confronto – spiega – nel gioco di squadra, e nel rapporto costruttivo tra uomini e donne. Ho imparato molto dagli uomini e sono convinta che le leadership femminile e maschile debbano collaborare per ottimizzare le risorse specifiche».
Un contesto di leadership al femminile
Analizzando il suo settore, Rampino sottolinea che «ci sono donne in ruoli di responsabilità, spesso in posizioni molto complesse e di difficile gestione». Se deve identificare un tratto distintivo della leadership femminile, l’imprenditrice menziona l’empatia e una maggiore emotività, che possono fornire vantaggi significativi. Crede nelle relazioni e nell’attenzione olistica verso i collaboratori, un approccio che contribuisce a dare solidità all’azienda. Durante la pandemia da Covid, questo aspetto è emerso chiaramente: «In una situazione eccezionale e con richieste complesse, nessuno si è tirato indietro e tutti hanno operato con determinazione».
Riflessioni sul futuro
Rampino osserva che l’empatia e la sensibilità emotiva hanno spesso facilitato la comprensione immediata di situazioni che si sono poi rivelate corrette a un’analisi razionale. Riguardo al mondo della sanità privata convenzionata, non percepisce una carenza di presenza femminile anche a livelli apicali, affermando: «È un settore che vive una condizione ben diversa rispetto ad altri ambiti, dove la donna subisce ancora condizioni non ottimali».
In termini di miglioramento per la leadership femminile, Rampino auspica: «Contaminare il mondo imprenditoriale con una visione umanistica dell’economia, perseguendo un equilibrio benefico tra profitto, benessere dei lavoratori e interazioni positive con il territorio».