Un investimento nel sistema sanitario invece di una spesa
La questione fondamentale è se desideriamo continuare a considerare il sistema sanitario come una spesa o se decidiamo di vederlo come un investimento, poiché la prospettiva cambia radicalmente. Il sistema sanitario pubblico è nato nei paesi liberali per garantire la ricerca di salute pubblica necessaria per la produttività. Se ci concentriamo solo sul l’aspetto sanitario, non riusciremo a raggiungere la produttività”. Queste sono le parole di Maurizio Zega, Consigliere Fnopi, Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche, che ha preso parte oggi, alla Camera, al convegno ‘Il valore sociale del pubblico impiego nel Ssn’, organizzato da Aaroi-Emac, il sindacato dei Medici anestesisti rianimatori e dell’emergenza-urgenza.
La sostenibilità del sistema sanitario e il ruolo cruciale degli infermieri
“Attualmente ci sono circa 380mila infermieri impiegati nel settore pubblico e privato, con circa 40-45 mila che lavorano nel settore libero professionale e il resto pensionati – spiega Zega – La sostenibilità del sistema sanitario, e in particolare del sistema pubblico, dipende fortemente dalla professione infermieristica. Questo è emerso chiaramente durante la pandemia da Covid, quando il ruolo degli infermieri non si è limitato alle strutture ospedaliere ma si è esteso al territorio. La Ragioneria Generale dello Stato ha riferito che al 31 dicembre 2023 mancavano 65 mila infermieri e l’Inps ha previsto che entro il 2033, cioè entro poco più di 9 anni, andranno in pensione 100 mila infermieri. Con un deficit annuo di circa 2-3 mila infermieri tra entrate e uscite, non riusciremo mai a colmare il divario. Questo rende cruciale evitare ulteriori perdite di personale infermieristico.
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