Inflazione stabile al +1,3% a dicembre: i dati Istat
Secondo i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione tendenziale a dicembre si attesta al +1,3%, confermando il dato del mese precedente. La media dell’anno 2024 è del 1%, in netto calo rispetto al +5,7% registrato nel 2023. Escludendo gli energetici e gli alimentari freschi (l’inflazione di fondo), i prezzi al consumo aumentano del 2%, rispetto al +5,1% dell’anno precedente, e al netto solo degli energetici del 2,1%, rispetto al +5,3% nel 2023.
Discesa dei prezzi dei Beni energetici e alimentari: cause dell’attenuazione dell’inflazione
La marcata discesa dei prezzi dei Beni energetici (-10,1% rispetto al +1,2% del 2023) è il principale motivo dell’attenuazione dell’inflazione nell’anno passato. Anche nei prodotti alimentari si osserva un calo della dinamica dei prezzi (+2,2% rispetto al +9,8%), pur rimanendo ben al di sopra del tasso inflazionistico. Nel complesso, l’inflazione di fondo nel 2024 si attesta al +2,0% (rispetto al +5,1% del 2023).
Anche i prezzi del “carrello della spesa” hanno registrato una crescita simile (+2,0% rispetto al +9,5% dell’anno precedente). A dicembre, il contributo all’inflazione del 2025 è del +0,3%.
A dicembre: l’indice nazionale dei prezzi al consumo
Nel mese di dicembre 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dell’1,3% rispetto a dicembre 2023, confermando la stima preliminare.
Nel dettaglio, l’inflazione di fondo a dicembre, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera leggermente (da +1,9% a +1,8%), così come quella esclusivamente dei beni energetici (da +2,0% a +1,7%). I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano leggermente da +2,3% a +1,7%, mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto aumentano da +1,6% a +1,7%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette soprattutto la crescita dei prezzi degli Energetici regolamentati, dei Servizi relativi ai trasporti, dei Servizi relativi all’abitazione, degli Energetici non regolamentati e dei Beni non durevoli. Questi aumenti sono parzialmente controbilanciati dalle diminuzioni dei prezzi degli Alimentari non lavorati e lavorati, e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona.
Effetti sull’economia familiare: analisi del presidente dell’Unione Nazionale Consumatori
Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, commentando i dati diffusi dall’Istat, afferma che nonostante il calo dell’inflazione media, i prezzi nel 2024 hanno solo attenuato la loro crescita, dopo il forte aumento del 2023. Questo implica che le famiglie continuano a subire aumenti di costo della vita, con un aggravio totale di 2.006 euro in due anni per una coppia con due figli.
Dona sottolinea che nel 2024 i principali aumenti riguardano i Prodotti alimentari e le bevande analcoliche, con un incremento di spesa pari a 219 euro, e il carrello della spesa che aumenta del 2,0%, equivalente a un aggravio di 239 euro. Questi rincari si aggiungono a quelli del 2023, generando un impatto significativo sul bilancio familiare.
Per le famiglie con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è di 225 euro, mentre per una famiglia media l’incremento è di 118 euro nel 2024. Dona evidenzia come i rincari del 2024 si accumulino a quelli del 2023, creando una situazione di difficoltà economica per molte famiglie.