Sono più di 400 in Veneto secondo le stime dell’INAIL (5mila in Italia, 415 in Veneto, 75 solo a Venezia), gli infermieri che subiscono ogni anno aggressioni. Nel 58% dei casi si tratta di aggressioni fisiche vere e proprie, l’80% a carico delle infermiere. Un medico su due, inoltre, il 55%, afferma di essere stato vittima di violenza: gli psichiatri soprattutto (86%), ma anche il 77% di chi lavora nell’urgenza, il 40% degli anestesisti e il 54% dei medici del territorio.
Nella prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari, che si celebra oggi 12 marzo 2022, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Venezia e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri lagunare denunciano insieme un fenomeno diffuso che neanche due anni di pandemia sono riusciti ad arrestare.
«I pochi dati a disposizione – sottolineano la presidente dell’Ordine veneziano degli Infermieri Marina Bottacin e il presidente dell’OMCeO lagunare e vice nazionale Giovanni Leoni – ci dicono come il fenomeno sia sottostimato: si calcola che oltre il 79% degli operatori vittime di violenza non presenti denuncia, quasi fossero ormai rassegnati. Aggressioni e intimidazioni, purtroppo, non risparmiano il nostro territorio: pensiamo, per citare solo il caso più recente, ai colleghi presi di mira nell’hub vaccinale del PalaExpo. Durante i mesi più bui della pandemia ci hanno chiamato eroi: purtroppo è durata poco e siamo tornati a essere il bersaglio delle frustrazioni e dell’insoddisfazione di pazienti e familiari».
Per contrastare tutto questo, però, negli ultimi anni sono stati fatti passi avanti importanti, «grazie all’impegno della FNOMCeO e del suo presidente Filippo Anelli e della FNOPI con la sua presidentessa Barbara Mangiacavalli – sottolineano Leoni e Bottacin – che hanno messo il tema in cima all’agenda delle priorità».
Un impegno che ha portato all’istituzione della giornata di oggi e all’approvazione all’unanimità nell’estate 2020 della legge 113 che inasprisce le pene per chi aggredisce medici e infermieri e introduce la procedibilità d’ufficio in caso di violenza contro il personale sanitario. «Una legge – dice la guida dei medici veneziani– che chiediamo sia applicata con rigore in ogni singolo caso. E proprio di recente si è aggiunto un ultimo importante tassello: l’insediamento dell’Osservatorio nazionale per la sicurezza in sanità per monitorare gli episodi di violenza e le loro cause e studiare strategie di gestione e prevenzione».
«In questi ultimi due anni di pandemia – dice anche Bottacin – per qualche tempo è sembrato che le aggressioni agli operatori sanitari nelle strutture fossero diminuite, ma negli ultimi mesi, con il graduale processo di riapertura, il fenomeno si è ripresentato ed è decisamente in crescita. Il primo passo possiamo farlo solo noi, segnalando gli episodi. Questa situazione non deve mai più essere considerata “parte del proprio lavoro”. La dirigenza infermieristica (ai vari livelli di responsabilità), gli Ordini professionali, le associazioni professionali devono tutti farsi promotori di “vere” politiche e azioni di “tolleranza zero” verso la violenza per non “lasciare soli” gli operatori vittime di tali episodi».
«A questo fenomeno – aggiunge Leoni – anche il nostro Ordine ha dedicato spazio e attenzione negli ultimi anni con tanti convegni, l’ultimo dei quali una due giorni on line nell’ottobre 2020. Abbiamo ospitato magistrati e forze dell’ordine con l’obiettivo di dare consigli utili e creare una rete tra le istituzioni a supporto del personale sanitario».
«La giornata di oggi – concludono i presidenti Bottacin e Leoni – arriva in un contesto geopolitico complicato ma serve a ricordarci che educare contro la violenza significa sviluppare e costruire la pace. Dobbiamo diffondere e disseminare una nuova cultura della solidarietà e del rispetto della dignità di ciascuno. La violenza contro gli operatori sanitari è sempre inaccettabile perché attacca chi ogni giorno si spende con professionalità e impegno per la tutela della salute di tutti e, nonostante le difficoltà, non si arrende per difendere i principi e i valori in cui crede».
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