Bilancio di sostenibilità e bilancio sociale, ESG, tassonomia, gender equality, dichiarazione non finanziaria, B-Corp e società Benefit.
Sono termini ormai di uso comune per chi opera nel mondo dell’impresa e che, viste le novità normative, lo diventeranno sempre di più nel prossimo futuro.
“Il valore della sostenibilità” è il titolo dell’incontro, organizzato a Padova da CBA Studio Legale e Tributario con AON e Legalcommunity, destinato alle imprese del territorio.
La questione è stata approfondita dal punto di vista legale, bancario e assicurativo e con una panoramica da parte degli investitori istituzionali.
Un approccio sostenibile è ormai fondamentale per la sopravvivenza di un’impresa sul mercato.
La recente direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive, come ricordato dall’avvocato Ilaria A. Belluco partner di CBA, amplia infatti gli obblighi di rendicontazione non finanziaria, anche detta “rendicontazione sostenibile”, e detta un nuovo perimetro applicativo che estende, in via graduale, la platea di soggetti obbligati.
“Seppur non prevedendo, al momento, alcun obbligo per le PMI non quotate – afferma Belluco – è logico attendersi che la roadmap tracciata dall’Unione Europea arriverà in un prossimo futuro a ricomprendere anche le PMI all’interno degli obblighi di rendicontazione. Le imprese, a tal scopo, devono necessariamente farsi trovare pronte per poter restare sul mercato”.
A prescindere da quelli che sono gli obblighi formali dettati dalla normativa, l’importanza di un approccio sostenibile è rappresentato anche delle esigenze dei vari stakeholder.
Come gli obblighi in materia di tassonomia richiamati dal partner di Alcedo Filippo Nalon, che influenzano le scelte degli investitori istituzionali sia in una fase prodromica all’investimento sia nella successiva vita dell’investimento perché devono tenere conto delle performance “ESG” (Environmental, Social e Governance) delle imprese target.
Anche gli istituti bancari sono sottoposti a rigidi controlli come dimostra la recente richiesta inviata dalla Banca d’Italia sulle aspettative di vigilanza sui rischi climatici.
A tal proposito la Cfo di Cherry Bank Raffaella Tessari ha illustrato come, per esempio, sia necessario adottare politiche di investimento che escludano in toto alcuni settori ritenuti meno compliant con i criteri ESG, con la conseguenza diretta di una limitazione all’accesso del credito bancario per determinate imprese.
Similmente agli istituti bancari, anche le imprese assicurative devono presentare delle nuove iniziative di sostenibilità e devono includere i criteri ESG dettati dall’Agenda 2030 nelle loro politiche di investimento.
“Ciò – spiegano Andrea Foti ed Enrico Trombetta di AON – determina un cambiamento nelle proposte di strumenti assicurativi, con conseguenti vantaggi per le società che adottino una strategia sostenibile, come gli sconti sul premio, ovvero una maggior attenzione nella gestione del rischio, quale chiave per approcciare la sostenibilità”.
“Le imprese che vogliono mantenere un buon posizionamento sul mercato – conclude l’avvocato Belluco – devono prendere coscienza del cambiamento in atto, senza limitarsi ad adottare una mera rendicontazione che non sia accompagnata da sostanziali cambiamenti dell’attività sociale. Devono dunque innovare partendo dalla propria strategia di governance societaria al fine di renderla il centro decisionale per la propria strategia di sostenibilità”.
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