“Io amo la mia lingua“. È questo fil rouge individuato quest’anno dal Network to Promote Linguistic Diversity per celebrare la Giornata Internazionale della Lingua Madre, il 21 febbraio. Come di consueto l’NPLD ha chiamato a raccolta i partner locali affinché individuassero la persona meglio capace di esprimere questo sentimento.
L’Agenzia Regionale per la Lingua Friulana – ARLeF ha indicato la giovanissima Matilde Fadi, 15enne di Bordano, una ragazza piena di passioni: i viaggi, la montagna, il teatro, ma soprattutto, le lingue. Matilde frequenta a Udine il liceo Percoto, con indirizzo economico-sociale. Lì studia anche inglese e francese, in più si dedica allo spagnolo con un corso pomeridiano. E poi c’è il friulano, come lei stessa ha raccontato: «Amo la mia lingua perché è la mia normalità. La uso nella quotidianità, in diversi contesti e ambiti. Il friulano è un punto di riferimento, e crea comunità». Ecco allora che proprio lei, nella sua variante di friulano, avvolta nella bandiera della Patria, ha pronunciato quelle potenti parole: “Jo i ami la mê lenghe“. Una manciata di secondi, raccolti in una clip, che sono entrati a far parte di un video, diffuso proprio il 21 febbraio, nel quale i rappresentanti delle minoranze linguistiche del Vecchio Continente, pronunciano “Io amo la mia lingua” nella loro lingua madre.
La lingua madre è quella del cuore, delle emozioni e degli affetti primari. Per un bambino, è spesso la lingua delle prime esperienze culturali, dei giochi, delle ninne nanne, della complicità e dei primi racconti. La lingua madre è la “prima” e non ostacola i successivi apprendimenti ma, al contrario, apre a nuovi linguaggi e ad abilità cognitive e metacognitive. Perciò, anche per questo, è doveroso tutelarla e celebrarla.
Istituita dall’UNESCO nel 1999 per promuovere la diversità linguistica, culturale e il multilinguismo, la Giornata Internazionale della Lingua Madre è in programma il 21 febbraio di ogni anno per ricordare un grave fatto di cronaca avvenuto, proprio in questa giornata, nel 1952: quattro studenti bengalesi dell’Università di Dacca (ed altri che si unirono successivamente) furono uccisi per mano della polizia di quello che allora era il Pakistan orientale, mentre rivendicavano l’ufficialità della loro lingua, il bengali. Questa ricorrenza è dunque l’occasione per conoscere, riconoscere e valorizzare le lingue del nostro vivere quotidiano (a scuola o al lavoro) e riflettere sui cambiamenti in corso nella nostra società.
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