TRIESTE – Mercoledì 30 ottobre, alle 17.30, avrà luogo la prima delle tre conferenze-concerto dedicate alla musica da camera di Giulio Viozzi. L’evento, con ingresso libero fino a esaurimento posti, si svolgerà presso la Sala “Bobi Bazlen” del Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” (via Rossini 4). Questa iniziativa è parte della rassegna “Vola Colomba”, organizzata dal Comune di Trieste in occasione del 70° anniversario del ritorno della città all’Italia, con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
Protagonisti dell’evento
Il concerto vedrà come protagonisti i musicisti del Gruppo Strumentale Lumen Harmonicum, che si esibiranno in un programma che include il Capriccio per pianoforte, l’Improvviso per clarinetto e pianoforte, A Duke Ellington per pianoforte, e il Trio per clarinetto, violoncello e pianoforte. Saranno interpreti dell’evento Marta Macuz al clarinetto, Massimo Favento al violoncello e Corrado Gulin al pianoforte.
Un programma variegato
I prossimi appuntamenti, fissati per mercoledì 6 e 13 novembre, approfondiranno ulteriormente il repertorio di Viozzi. Il secondo concerto sarà dedicato al Trio di Trieste, con composizioni per violino e violoncello, mentre il terzo appuntamento si concentrerà sulle opere scritte per il Trio Pro Musica, includendo il flauto. In tutte le sue opere, Viozzi alterna il clarinetto, il violino e il flauto insieme al violoncello e al pianoforte, rivelando così il suo profondo legame con i musicisti della sua epoca.
Chi era Giulio Viozzi
Giulio Viozzi, noto in origine come Giulio Weutz, si diplomò in pianoforte nel 1931 e perfezionò la sua formazione con Angelo Kessisoglù. A partire dal 1936, con la sua partecipazione alla Rassegna dei giovani concertisti, Viozzi intraprese una carriera concertistica intensa, pur mostrando un crescente interesse per la composizione. Diplomatosi in composizione nel 1937, fu guidato dal suo mentore Antonio Illersberg, un’importante figura per molti musicisti triestini. Viozzi si distinse per il suo approccio equilibrato alla musica, rifiutando gli estremismi dell’avanguardia e cercando di avvicinare la musica al pubblico, sottolineando la sua funzione sociale.
Un’eredità duratura
Negli anni ‘50 e ‘60, Viozzi divenne uno dei compositori più eseguiti in Italia, con un repertorio che comprende sette opere teatrali, tre balletti, e una vasta gamma di composizioni per orchestra, musica da camera e vocale. L’eredità artistica di Viozzi è oggi custodita dal Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, grazie al generoso lascito della moglie Gemma Kenich Viozzi. Nel 1991, il museo ricevette l’archivio del maestro, insieme al suo pianoforte e alla biblioteca personale, seguito da un successivo legato nel 1998 che ha arricchito ulteriormente il patrimonio del museo con i manoscritti e le partiture delle sue opere.
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