Il Papa apre la seconda Porta Santa del Giubileo della Speranza a Rebibbia
Il Pontefice ha compiuto oggi, 26 dicembre, un gesto senza precedenti aprendo la seconda porta del Giubileo della speranza all’interno del carcere di Rebibbia. Con questo atto, Papa Francesco ha voluto trasmettere un segno tangibile di speranza a tutti i detenuti, dimostrando la centralità della misericordia nella vita di ognuno.
Prima di aprire la porta santa, Bergoglio ha pronunciato parole spontanee cariche di significato: “La prima porta santa l’ho aperta in San Pietro, ho voluto che la seconda fosse qui in un carcere. Perché tutti, dentro e fuori, possano aprire le porte del cuore e comprendere che la speranza non delude”. Rivolgendosi a don Ambarus, ha poi aggiunto: “Don Ben, venga con me”.
Presenti all’evento il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il dimissionario capo del Dap Giovanni Russo, il prefetto Tolentino e l’artista che ha realizzato un’opera dedicata all’apertura della Porta Santa per i detenuti: ‘Aprire una porta dove tutti chiudono’. Inoltre, era presente monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma per l’ambito della diaconia della carità.
Partecipanti e significato dell’evento
L’apertura della Porta Santa a Rebibbia ha rappresentato un momento di grande simbolismo e significato per tutti i presenti. La presenza del Papa all’interno di un carcere ha sottolineato l’importanza della misericordia e della speranza anche per coloro che si trovano in condizioni di marginalità e difficoltà. La scelta di aprire la seconda porta santa proprio in questo contesto ha voluto mettere in luce la necessità di aprire le porte del cuore a tutti, senza discriminazioni.
La partecipazione delle autorità e degli artisti ha contribuito a rendere l’evento ancora più speciale, dimostrando l’importanza di promuovere la solidarietà e la compassione verso chi si trova in situazioni di disagio. La presenza del ministro della Giustizia e del capo dimissionario del Dap ha evidenziato l’impegno delle istituzioni nel promuovere la giustizia e il rispetto dei diritti anche all’interno del sistema carcerario.
In conclusione, l’apertura della Porta Santa a Rebibbia è stata un momento di grande significato e speranza, che ha reso tangibile l’importanza della misericordia e della solidarietà anche in contesti apparentemente lontani dalla realtà quotidiana di molti.