UDINE – Quella della signora Gioietta Felice è una storia di passione, per la ginnastica, e di forte attaccamento a una società, l’Associazione Sportiva Udinese. Ex insegnante di inglese con una laurea in lingue straniere, è infatti socia dell’ASU (e atleta praticante) da ben 70 anni!
«Sono iscritta all’ASU dal 1953 – ha raccontato – ho cominciato praticando quella che all’epoca si chiamava “ginnastica attrezzistica”, oggi ginnastica artistica». All’epoca era considerata una delle promesse bianconere ma giunta all’età di 18 anni ha scelto di abbandonare l’attività agonistica (nonostante le medaglie vinte) in favore degli studi. «Ho deciso di dare precedenza all’impegno scolastico e quindi di abbandonare l’agonismo ma non ho mai rinunciato alla ginnastica», ha spiegato. Concluso il ciclo di studi superiori si è poi iscritta all’Università di Venezia per studiare lingue straniere e quando è nata l’Università del Friuli ha chiesto il trasferimento e conseguito la laurea proprio all’UniUd. Nonostante scuola, università e i molti viaggi all’estero, non ha mai rinunciato alla ginnastica: «Ho sempre continuato ad andare in palestra, che era, ed è, la mia passione, assieme allo sci, che pratico ancora. Lo sport – ha confidato – ha un ruolo fondamentale nella mia vita. Ancora oggi, a volte, mi capita di sognare di essere in palestra a fare corpo libero. Adesso, e da diversi anni, continuo a venire in ASU per i corsi di ginnastica dolce della maestra Irene. Un’attività di mantenimento molto importante, per me, che posso dirmi ancora flessibile e agile alla soglia degli 80 anni!».
In quanto all’affezione verso alla polisportiva ha raccontato: «L’ASU mi ha dato tanto quando ero ragazza e per me è diventata una seconda casa. Quando mi capita di passare davanti alla palestra numero due (una delle vecchie sedi, sita in Largo Ospedale Vecchio, a Udine, ndr) è sempre un tuffo al cuore. Io amo la ginnastica e per me ginnastica è ASU».
Caso non unico per all’ASU, che vanta diversi soci di lungo corso, la signora Gioietta «è un esempio virtuoso – come ha spiegato il direttore generale, Nicola Di Benedetto –. Una donna che è stata capace di coltivare tutte le sue passioni e che ha maturato un senso di appartenenza a una realtà come la nostra indipendentemente da tutti i cambiamenti che ci sono stati nell’arco degli anni. Per noi è un privilegio avere soci come lei, che da così tanto tempo si fanno testimonial della nostra società. Alla soglia del 150 anni della polisportiva, e in un modo così articolato, come quello attuale, avere soci così non può che essere un grande orgoglio per noi, come sapere che non di rado accade che più generazioni di una stessa famiglia siano iscritte in contemporanea a uno dei nostri corsi».
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