La criticità del sistema sanitario in Friuli Venezia Giulia: l’analisi del direttore generale dell’ARC
Trieste, 3 aprile – Oggi il direttore generale dell’Azienda regionale di coordinamento per la salute ha presentato un’analisi dettagliata che mette in luce le inefficienze del sistema sanitario regionale. Secondo quanto emerso, il modello organizzativo attuale è frammentato e dispersivo, non più adatto alle esigenze di salute attuali. La regione ha registrato un aumento costante del finanziamento dal 2015 al 2023, superiore alla media nazionale, ma alcuni indicatori dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) non sono coerenti. Questa situazione potrebbe portare a un aumento della spesa senza un reale miglioramento della qualità dei servizi offerti. È necessaria una riforma complessiva che punti a una maggiore focalizzazione sulle cronicità, seguendo l’esempio della Rete oncologica regionale che ha già iniziato a razionalizzare e specializzare l’offerta.
Le criticità nel sistema sanitario regionale
Durante la riunione della III Commissione consigliare è emerso che i costi per il personale sanitario in Friuli Venezia Giulia sono superiori del 6% rispetto alla media nazionale. Nonostante ciò, la regione presenta uno dei numeri più alti di personale medico e infermieristico ogni mille abitanti a livello nazionale. Nonostante una carenza di personale, dal 2020 sono stati assunti 270 nuovi dipendenti, di cui 230 impiegati in attività sanitarie.
La necessità di interventi organizzativi strutturali
La frammentazione nel sistema sanitario regionale è il risultato di decisioni organizzative mancate. Ad esempio, nel settore oncologico vi è una molteplicità di punti di erogazione che non rispettano sempre gli standard minimi scientifici per gli interventi chirurgici. Questo porta a un abbassamento degli standard di sicurezza e a un aumento del rischio clinico, con un’offerta non allineata ai bisogni reali della comunità.
Le prospettive future della sanità in Friuli Venezia Giulia
La Regione ha avviato un percorso di miglioramento che prevede l’apertura di sei case di comunità, l’organizzazione del numero 116 117 per le cure non urgenti, la riconversione dei punti di primo intervento stagionale a Grado e a Lignano, la sospensione dei punti nascita con meno di 500 parti annui che non rispettano gli standard, e l’avvio della specializzazione degli ospedali spoke. Questo sforzo richiederà un impegno continuo nel tempo per garantire una sanità più efficiente e rispondente alle esigenze della popolazione regionale.