Flextronics cede le quote del sito di Trieste: la reazione degli assessori regionali
Flextronics ha deciso di cedere le quote del sito di Trieste senza impegnarsi per trovare soluzioni industriali che garantiscano occupazione e produzione. Questo comportamento va contro gli impegni assunti e la Regione chiede spiegazioni sui criteri alla base di questa scelta. La mancanza di un piano industriale per Trieste da parte dell’azienda è stata evidenziata durante il tavolo ministeriale a Roma, dove gli assessori al Lavoro Alessia Rosolen e alle Attività produttive Sergio Emidio Bini hanno espresso preoccupazione.
La Regione agirà per garantire che Flextronics rispetti le normative italiane a tutela dei lavoratori e dei territori. Il Governo è stato ringraziato per la presa di posizione contro questa politica industriale. Si è confermato che entro fine mese si chiuderà l’accordo con il fondo FairCap per la cessione del 100% delle quote di Flex, ma la mancanza di trasparenza e rispetto è stata duramente criticata.
La multinazionale agisce in modo irresponsabile, ignorando le conseguenze sulle persone e sul territorio. La Regione ha cercato un dialogo costruttivo con Flex, ma è stata sconfessata dal comportamento dell’azienda, che ha rifiutato altre opzioni di vendita per la salvaguardia della produzione e dell’occupazione a Trieste.
Il territorio e i lavoratori del Friuli Venezia Giulia sono vittime di questa situazione, ma sindacati, Regione e Confindustria si sono uniti contro Flex. È preoccupante l’assenza di garanzie sul futuro produttivo del sito triestino dopo il passaggio di proprietà. Si chiede un incontro urgente con il fondo FairCap per discutere del nuovo piano industriale che deve garantire la continuità operativa e occupazionale a Trieste.
In sintesi, la Regione è pronta a difendere i lavoratori e il territorio contro le decisioni di Flextronics, che mettono a rischio la stabilità economica della zona.