Udine, 25 ottobre 2024 – Durante la seconda udienza del processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin, l’imputato Filippo Turetta è stato interrogato dal pubblico ministero Andrea Petroni. Turetta ha rivelato dettagli inquietanti sui suoi piani, ammettendo di aver considerato l’idea di rapire Giulia e di allontanarsi verso una località isolata per aggredirla e toglierle la vita.
Elementi di premeditazione
Nel corso dell’interrogatorio, Turetta ha fornito informazioni che suggeriscono una premeditazione nel suo comportamento. Tra questi, una lista di acquisti stilata il 7 novembre, quattro giorni prima dell’omicidio, contenente oggetti come nastro isolante, sacchi della spazzatura e un badile. Inoltre, l’imputato aveva effettuato ricerche online riguardanti luoghi appartati e metodi per non far appannare i vetri dell’auto, nonché per rendere più difficile il tracciamento dei suoi spostamenti. Sono stati trovati anche due coltelli nell’auto e un prelievo di 200 euro in contanti dal bancomat, una somma che non aveva mai ritirato durante l’anno precedente.
Memoria scritta e testimonianza in aula
Turetta ha presentato una memoria scritta di 40 pagine, dove descrive dettagliatamente le fasi del femminicidio. In aula, ha cercato di spiegare il contenuto della lista, affermando che l’aveva redatta mentre aveva “tanti pensieri sbagliati” nella mente. Ha ammesso che l’atto di scrivere la lista rappresentava per lui un modo per rendere il piano più concreto e difficile da abbandonare.
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