Negli ultimi tempi, la dipendenza affettiva ha mostrato un incremento significativo nella società contemporanea. Sebbene sia più comune tra le donne adulte, sono presenti casi anche nell’universo maschile. Questa condizione non risparmia nemmeno gli adolescenti, manifestandosi con sintomi riconoscibili. Ma cosa implica esattamente? Come può essere identificata e affrontata? Esploriamo insieme questi temi.
Cos’è la dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva va oltre il semplice desiderio di trascorrere più tempo con il proprio partner. Secondo gli esperti, si tratta di un attaccamento eccessivo alla metà della coppia tanto da annullarsi e pensare di non poter funzionare senza la sua presenza, fisica ed emotiva.
Questa fragilità personale spesso ha radici nelle dinamiche familiari dell’infanzia. Non è qualcosa che si sviluppa all’improvviso: è come un seme nascosto che può rimanere silente per anni fino a che non viene attivato da un partner capace di stimolare certi meccanismi emotivi. Non è un caso che esista spesso un legame tra una vittima con dipendenza affettiva e un soggetto narcisista.
Chi soffre di dipendenza affettiva non cerca solo amore, ma ha bisogno di costanti conferme e attenzioni, e la certezza di essere considerato importante per il partner. Questo comporta spesso un’affettività simbiotica che compromette l’autonomia e la libertà personale, trasformando la relazione in un’esperienza patologica e disfunzionale.
Sintomi dipendenza affettiva: quali sono
Alcuni dei tratti più comuni della dipendenza affettiva sono:
- Paura intensa dell’abbandono
- Bisogno continuo di rassicurazioni
- Tendenza a sacrificare i propri bisogni a favore di quelli altrui
- Sensazioni di vuoto o inutilità quando la relazione è instabile (e quindi non rassicurante)
- Emozioni intense come rabbia, colpa e sofferenza emotiva
Bisogna prestare attenzione quando nella propria relazione ci si rende conto di essere eccessivamente dipendenti dall’altro o che la persona che amiamo è totalmente legata a noi, magari sviluppando una costante paura dell’abbandono, di sbagliare o di essere lasciato.
Dipendenza affettiva come uscirne
Contrariamente a quanto si possa pensare, la dipendenza emotiva non è semplicemente una reazione a una relazione problematica. Questa condizione è spesso intrinseca alla persona, anche se può emergere con maggior evidenza in relazioni con partner manipolatori o egocentrici.
Chi avverte un bisogno eccessivo di riconoscimento o di convalida emotiva e si riconosce nei sintomi della dipendenza affettiva dovrebbe rivolgersi a uno specialista che lo aiuti a indagare sulle cause e sulle manifestazioni della sua problematica.
Un percorso psicologico guidato da esperti come la dottoressa Chiara Venturi, che sul territorio di Milano si occupa proprio di questa tipologia di supporto, può fornire l’aiuto professionale necessario per recuperare l’indipendenza emotiva. La pazienza e la costanza sono fondamentali in questo percorso, che inizia con il riconoscimento dei sintomi e il coraggio di chiedere aiuto, per riconquistare la propria autonomia dal punto di vista emotivo.
La dottoressa Chiara Venturi, in qualità di psicoterapeuta, offre un approccio psicoanalitico integrato con l’EMDR per aiutare i pazienti a raggiungere un nuovo equilibrio emotivo attraverso un supporto concreto.
Quando l’amore diventa catena anziché ali, la relazione è destinata necessariamente a problemi profondi. Liberarsi da questa condizione può migliorare la qualità della propria vita e favorisce la crescita personale, mostrando le ragioni profonde della scelta del partner.