E’ venuto a mancare Rino Mazzetto, uno dei pionieri della ristorazione di Jesolo. Aveva 92 anni e lascia i figli Denzi ed Andrea, che gestiscono la pizzeria Milano, dell’omonima piazza.
La storia di Mazzetto ha dell’incredibile: partito da Galta, frazione di Vigonovo, raggiunse Cortellazzo per fare l’operaio. All’epoca, infatti, in questa zona di Jesolo si stavano cercando operai per i lavori di bonifica del letto del Cavetta dalle bombe inesplose, per poi realizzare il ponte e le porte. Con gli altri due fratelli, Gino e Italo, si trasferì qua, mentre a Galta di Vigonovo rimase mamma Regina, che continuò a gestire l’osteria Bufera.
A Jesolo poi conobbe Lidia Soncin, noti pescatori di Cortellazzo, diventati a loro volta ristoratori; i due si sposarono nel 1968.
Insieme la coppia avviò le prime esperienze nel mondo del turismo.
“Abbiamo lavorato entrambi all’hotel Luxor e Cairo – raccontò qualche tempo fa il buon Rino – : Lidia come cuoca, mentre io come bagnino di spiaggia e come guardiano notturno. Ricordo che, venendo a sapere quali clienti tedeschi lasciavano l’albergo il giorno dopo, durante la notte gli lavavo l’auto, così da fargliela trovare bella pulita il giorno dopo, al punto che mi davano la mancia”.
Rino e Lidia aprono l’osteria Velamar in via Olanda, poi diventata trattoria e locanda.
“In realtà prima apriamo il bar. Ci spostiamo nell’ambito della ristorazione perché gli operai che lavoravano in spiaggia continuavano a chiederci qualcosa da mangiare. E così Lidia si mise in cucina e preparava grandi porzioni di pastasciutta; ed io, con la Lambretta, gliela portavo. Era una richiesta continua: di fatto ogni quattro ore andavo a portargliela; tra l’altro non erano abituati a mangiare pesce, per cui facevamo sempre la classica pasta con il pomodoro o con il ragù. La nostra fortuna è stata avere trovato sempre gente onesta, che ci ha sempre pagato regolarmente”.
Nel 1982 il figlio Denzio viene messo a gestire una pizzeria; tra l’altro sarà lui uno dei fondatori della prima scuola mondiale di pizzaioli, a Caorle. Andrea, invece, continuerà a lavorare a fianco del padre. Poi l’acquisto del locale di piazza Milano, nel Duemila, che ha messo insieme tutti, sempre con mamma Lidia in cucina e papà Rino all’ingresso.
Rino, ma perché vi siete decisi ad investire in un locale, invece di fare altri lavori?
“Come sapete la famiglia aveva già una attività nel nostro paese d’origine; quindi quel tipo di attività faceva già parte del nostro mondo. Poi abbiamo visto che Jesolo poteva offrire questo tipo di opportunità lavorativa”.
Qualche tempo fa Confcommercio, con il delegato comunale Alberto Teso, gli consegnò una targa per ringraziarlo per tutto quello che aveva fatto per la ristorazione e, di conseguenza, per la città. “Dobbiamo essere riconoscenti a persone come Rino – commenta il presidente di Confcommercio San Donà-Jesolo, Angelo Faloppa – per quello che hanno fatto per la nostra città”. “E’ anche grazie a pionieri come lui – aggiunge Teso – che avevano prima di tutto grande passione, attaccamento al territorio e desiderio di emergere, che Jesolo è diventata una città così rinomata anche nell’ambito della ristorazione”.
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