Un adolescente su quattro con sintomi clinici di depressione, uno su 5 con disturbi d’ansia. Ma anche l’aumento dell’uso di sonniferi e antidepressivi, il preoccupante +30 per cento alla voce tentativi di suicidio, il disagio diffuso tra studenti e insegnanti. Sono alcune delle conseguenze psicologiche del Covid illustrate oggi da Furio Honsell (Open), Roberto Cosolini (Pd) e Andrea Ussai (M5S). Premesse alla base di due distinte mozioni con il medesimo obiettivo: introdurre lo psicologo “di base” nel servizio pubblico e garantire un supporto ai ragazzi che si trovano in difficoltà e alle loro famiglie. Un auspicio largamente condiviso dall’Aula – come è emerso dagli interventi di Claudio Giacomelli (FdI) e Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia) – e sottoscritto anche dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
L’assessore, proprio nell’ottica di arrivare all’unanimità dei consensi sul tema, ha però chiesto ai proponenti di rinviare le mozioni e riformulare il testo. Suggerimento accolto con l’auspicio di arrivare al voto rapidamente, già nella prossima seduta consiliare. È stato Honsell a illustrare i contenuti del testo condiviso con Cosolini, elencando i recenti studi sul disagio psicologico prima di chiedere alla Giunta di “garantire il finanziamento delle prestazioni nel campo della salute mentale, favorire l’inserimento di psicologi nei presidi territoriali e assicurare la piena operatività dei Centri di salute mentale in regione”.
Cosolini ha parlato poi di un “malessere che è diventato un’emergenza” e dell’esigenza di “una svolta culturale: se abbiamo problemi ortopedici o cardiaci andiamo dagli specialisti, mentre per i problemi di salute mentale c’è ancora troppa ritrosia: prevale spesso un sentimento di vergogna o l’idea di potersela cavare da soli. Per questo è importante che il servizio sia pubblico”. Nella sua mozione depositata già a giugno del 2021, il pentastellato Ussai aveva centrato la sua attenzione in particolare sul disagio psicologico post-Covid nelle fasce giovanili, per poi chiedere alla Giunta di potenziare i monitoraggi e garantire l’omogeneità dei servizi di supporto in tutto il territorio. Un tema caro anche a Moretuzzo, che auspica “una sanità la più decentrata possibile, per dare risposte ai cittadini sul fronte del sostegno psicologico”.
A queste riflessioni si sono aggiunte le considerazioni di Giacomelli, che ha ricordato l’introduzione del bonus-psicologo per le famiglie voluta da Fratelli d’Italia con un emendamento alla legge finanziaria. “Il problema però – ha spiegato il capogruppo di maggioranza – è che l’Italia non ha psicologi pubblici: siamo al 50 per cento in meno rispetto alla media europea. E solo il 5 per cento degli psicologi nel nostro Paese lavora in strutture pubbliche. Io dunque concordo con le due mozioni, ma bisogna capire che margini di intervento concreto ci sono”. Riccardi ha quindi lanciato la sua proposta di mediazione: “Mi ritrovo in molto di quel che è stato detto – ha premesso il vicegovernatore – ma credo che si possa perfezionare il testo partendo dalla mozione più recente, quella proposta da Honsell, per arrivare a dare risposte al problema andando al di là dei modelli organizzativi”.
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