Una grande affluenza e il plauso del pubblico hanno spinto gli organizzatori a prorogare la mostra “Costellazione Informale. Libere Astrazioni” fino al 9 novembre. L’esposizione, che si tiene a ingresso libero negli spazi di Maco Arte a Padova, presenta circa 40 opere pittoriche che raccontano la nascita e le eredità espressive della corrente dell’Informale, una delle più significative del XX secolo.
Un inizio simbolico
A inaugurare il percorso espositivo è un lavoro su carta di Lucio Fontana, caratterizzato da una forma ovale che, come sottolinea Mattia Munari, titolare di Maco Arte, assume una funzione generativa rispetto alle diverse esperienze presentate nella mostra. “Il ruolo di Fontana è emblematico per l’intera corrente,” afferma Munari.
Un panorama dell’astrazione gestuale
Le opere selezionate coprono un arco temporale di quasi mezzo secolo, offrendo una visione panoramica dell’astrazione gestuale dal secondo dopoguerra in poi. La mostra mette in evidenza il periodo storico tra gli anni Cinquanta e Sessanta, in cui l’Informale sviluppa le sue possibilità poetiche, diventando la tendenza prevalente in Europa, influenzata dall’affermazione dell’Espressionismo Astratto negli Stati Uniti.
Automatismi espressivi e la memoria del conflitto
Come gli artisti americani, quelli europei si ispirano agli “automatismi espressivi” teorizzati dal Surrealismo, creando un linguaggio nuovo che si distacca progressivamente dalle finalità descrittive, attingendo invece agli stati emotivi e all’inconscio dell’artista. La diretta esperienza del secondo conflitto mondiale costringe gli artisti europei a mantenere un legame con la storia, nonostante la figura possa scomparire nelle loro opere. Le superfici dei loro dipinti manifestano una visione interiorizzata del mondo, dove la materia, densa o luminosa, diviene un registro della memoria e dell’esperienza quotidiana.
Un dialogo tra opere
La pittura informale trascende l’intenzione rappresentativa, diventando un campo d’azione che riflette il corpo dell’artista. La mostra, giocando sulla dialettica tra segno e materia, ordine e disordine, opacità e trasparenza, mira a mettere in luce la complessità dell’Informale attraverso il confronto ravvicinato tra opere diverse.
Accanto ai lavori di artisti come Afro, Hartung, Mathieu, Morlotti, Schneider, Scialoja e Vedova, sono presentate opere di autori legati allo Spazialismo veneziano e al Gruppo Forma 1, come Bacci, Deluigi, Tancredi e Vianello.
Risonanze internazionali
L’esposizione include anche due opere del gruppo giapponese Gutai, sottolineando il processo di identificazione tra atto artistico, corpo e mondo organico, avviato dall’Informale. Accanto a queste, le opere di Paul Jenkins e Sam Francis offrono al visitatore una “risonanza” delle ricerche informali in ambito extra europeo.
Infine, la mostra si conclude con opere di Hermann Nitsch e Arnulf Rainer, esponenti dell’azionismo viennese, che dimostrano la persistenza di elementi dell’Informale in opere più recenti, nate da eventi performativi di carattere rituale.
Eventi speciali
Il progetto, curato da Mattia Munari e Nicola Galvan, sarà completato da un catalogo che verrà presentato al pubblico in Galleria venerdì 8 novembre alle 18:00. Il finissage della mostra è sempre a ingresso libero.
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