L’hobby di coltivare qualche piantina di cannabis di piccole dimensioni in casa è sempre più diffuso. Quando ci si approccia a questo mondo, è necessario chiamare in causa l’esistenza di diverse tipologie di semi. Come si può vedere passando in rassegna le varianti di semi su sensoryseeds.it, uno degli e-commerce più celebri nel settore, tra i più popolari figurano i semi autofiorenti. Cosa sono? Quali sono i loro vantaggi per i coltivatori? Scopri di più nelle prossime righe!
Semi di cannabis autofiorenti: cosa sono di preciso?
I semi di cannabis autofiorenti sono stati selezionati per arrivare a produrre, come dice il nome stesso, piante in grado di fiorire in maniera pressoché autonoma dopo 2 – 4 settimane dalla semina.
Questa peculiarità li rende particolarmente adatti ai growers neofiti, ma anche a coloro i quali devono coltivare in spazi domestici ridotti.
Un’altra loro caratteristica importante riguarda il non essere vincolate a cambiamenti drastici dei programmi di illuminazione. Attenzione: questo non significa che sia il caso di trascurare questo aspetto!
Esistono, oltre a diversi cicli di luce a cui fare riferimento – la scelta della strada specifica da prendere dipenderà da diversi fattori, tra i quali è possibile includere la disponibilità economica e le cifre che si possono investire in utenze domestiche – anche alcuni consigli pratici relativi alla scelta dei corpi illuminanti.
Per la fase vegetativa, è opportuno optare per quelli con spettro cromatico blu. Per quella di crescita, invece, va benissimo il rosso.
Nella gestione dell’illuminazione semplice e immediata la grande differenza rispetto alle piante fotoperiodiche.
Note, come già detto, per la loro rapidità di crescita, le piante originate dai semi di cannabis autofiorente sono pronte per il raccolto definitivo dopo una decina di settimane dalla semina.
Altri vantaggi per i coltivatori
I vantaggi per chi coltiva la cannabis autofiorente, come abbiamo appena iniziato a vedere, sono molto interessanti. Oltre a quelli che abbiamo già menzionato, è possibile citare la possibilità, ovviamente legata alla rapidità di crescita, di ottenere diversi raccolti durante l’anno.
Un po’ di storia
Il mondo della coltivazione della cannabis è caratterizzato da diversi aneddoti interessanti. Tra questi, ne esistono diversi che riguardano la cannabis autofiorente.
La sua nascita va fatta risalire al periodo d’oro dei breeder, ossia gli anni ‘70 e ‘80. In quell’epoca, diversi coltivatori iniziarono a sperimentare con una varietà di cannabis unica nel suo genere: la ruderalis.
Originaria della Siberia, zona del mondo notoriamente ostile dal punto di vista climatico e con molte più ore di buio rispetto ai Paesi occidentali, era in grado di crescere velocemente e in terreni brulli, peculiarità frutto dell’adattamento genetico alla specifica situazione geografica.
Dai primi esperimenti, molti dei quali sono ancora oggi avvolti da segreto, all’inizio della commercializzazione su larga scala è passato tanto tempo. La seconda, infatti, ha avuto inizio attorno al 2000. La particolarità? Un successo commerciale pressoché inesistente.
Se, al giorno d’oggi, la cannabis autofiorente è molto popolare, in quel periodo non venne salutata con grande entusiasmo. Il motivo? La scarsa potenza.
Negli anni successivi, le tecniche di coltivazione si sono evolute notevolmente e, al giorno d’oggi, è possibile trovare sul mercato semi autofiorenti di cannabis che nulla hanno da invidiare alle varietà fotoperiodiche.
I semi di cannabis autofiorente possono essere coltivati in spazi outdoor?
Fino ad ora, abbiamo dato consigli a chi vuole coltivare i semi di cannabis indoor, immaginando le esigenze del grower amatoriale con spazi domestici piccoli.
Questi semi possono essere piantati in contesti outdoor? Assolutamente sì. La cosa interessante, in virtù delle caratteristiche sopra menzionate, è l’assenza di vincoli stagionali. L’unica accortezza da adottare riguarda il fatto di evitare la coltivazione all’aperto se la zona in cui si vive è spesso interessata da gelate.
Tenendo fermo questo suggerimento, si possono ottenere i medesimi risultati tipici delle coltivazioni indoor, a partire dalla raccolta 8 – 10 settimane circa dopo la semina.