Il caso di Fabio Gaiatto, l’ex trader portogruarese, ha visto un’ulteriore svolta giovedì 11 aprile. Nonostante le oltre 120 querele per truffa raccolte, il giudizio si è concluso a Pordenone senza ulteriori pene detentive.
La sentenza e le peculiarità del processo
Il processo si è svolto di fronte al giudice monocratico Beatrice Arnosti, che ha presieduto alla fusione di tre procedimenti penali. Questi racchiudevano tutte le querele giunte in procura a seguito dell’emissione del decreto di citazione a giudizio. Sebbene le accuse fossero pesanti, la situazione giuridica di Gaiatto non ha permesso l’applicazione di nuove pene. Difeso dall’avvocato Guido Galletti, ha scelto il rito abbreviato. Tale scelta è significativa poiché, essendo una sentenza in continuazione con la condanna definitiva già ricevuta, la pena non è stata incrementata.
Danni rilevanti per i risparmiatori
I risparmiatori coinvolti hanno riportato perdite notevoli, stimando un danno complessivo superiore a 7,8 milioni di euro. Le somme ricevute dalla Venice forex investment come presunti rendimenti ammontavano a circa 3,3 milioni di euro, tuttavia questi si sono rivelati inesistenti. Gaiatto è stato condannato per una serie di reati tra cui associazione per delinquere, truffa aggravata, abusivismo bancario e finanziario, e autoriciclaggio.
La reazione dei risparmiatori e le implicazioni future
L’epilogo di questo caso ha suscitato reazioni contrastanti tra i risparmiatori, molti dei quali hanno visto svanire i propri risparmi a causa delle promesse di un improbabile rendimento del 10% trimestrale. L’inchiesta ha messo in luce le attività della Venice, con sede legale a Capodistria e una succursale a Portogruaro, alimentando dibattiti sulla necessità di una regolamentazione più stringente nel settore degli investimenti finanziari.