PADOVA – La vicenda di violenza sessuale che ha scosso l’Azienda ospedaliera di Padova si è conclusa con la condanna di un infermiere di 41 anni, E. S., che ha subito un processo abbreviato per l’abuso su una giovane tirocinante. Il tribunale ha inflitto una pena di 2 anni di reclusione, con la possibilità di evitare la detenzione se l’imputato porterà a termine un percorso di rieducazione sociale.
La sentenza del giudice
Il giudice dell’udienza preliminare, Maria Luisa Materia, ha accettato la richiesta del pubblico ministero, che aveva riqualificato l’accusa da violenza sessuale a una forma di reato di minore gravità. Tuttavia, non è stato disposto alcun risarcimento per la vittima né per l’ospedale, rinviando la questione al giudice civile. L’infermiere è stato anche sospeso per un anno dalla professione.
I fatti e l’indagine
Nel dicembre 2023, un padre aveva denunciato un episodio di abusi subiti dalla figlia, tirocinante all’ospedale Giustinianeo, da parte di un collega. Durante un turno di notte, l’infermiere aveva abusato della giovane donna, palpeggiandola e cercando di costringerla a un rapporto sessuale. La ragazza, dopo essersi divincolata, aveva avvertito il padre, che aveva chiamato i carabinieri, portando all’arresto dell’uomo.
Conseguenze professionali e personali
L’infermiere è stato sospeso immediatamente dal lavoro e il suo contratto è stato interrotto definitivamente dall’ospedale a febbraio 2024. La condanna di ieri rappresenta solo l’inizio di un lungo percorso legale, poiché la difesa ha già annunciato l’intenzione di appellarsi.