Giudice decide sui Paesi sicuri per i migranti
La Corte di Cassazione ha stabilito che spetta al giudice l’ultima parola sui Paesi sicuri per i migranti, dando ragione al Tribunale di Roma.
Cosa dice la sentenza
Con una sentenza depositata questa mattina, la Suprema Corte ha risposto al rinvio pregiudiziale sollevato dal Tribunale di Roma il 1° luglio 2024. La Prima Sezione civile della Corte ha ribadito che il giudice ordinario è il garante dei diritti fondamentali del richiedente asilo nel singolo caso concreto. Ha chiarito che la scelta politica di prevedere un regime differenziato per le domande di asilo da Paesi designati come sicuri spetta al circuito democratico della rappresentanza popolare e non al Ministro degli affari esteri. Il giudice ordinario può valutare la legittimità della designazione dei Paesi sicuri in base alla normativa precedente e, se necessario, disapplicare il decreto ministeriale in parte, se contrasta con la normativa europea o nazionale.
Il giudice mantiene il potere cognitorio per valutare l’insicurezza del richiedente asilo e cooperare nell’istruttoria. In caso di circostanze specifiche che dimostrano l’insicurezza del paese di origine, la valutazione governativa non è determinante e non si pone il problema di disapplicare il decreto ministeriale.
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